Ipotesi di Recovery Fund

Mentre non si sa se la maggioranza di governo rimarrà, ecco i punti per usare i 196 miliardi su un totale di 209 in arrivo dall’Europa. La maggior parte è per la transizione verde

 Le ipotesi sul Recovery Plan (e l’uso dei fondi europei) sono sul tavolo del Consiglio dei Ministri, sospeso ieri perché la ministra dell’Interno Lamorgese è risultata positiva al Covid. O forse per mitigare e armonizzare le difficoltà tra la maggioranza, in particolare per conto di Italia Viva. L’8 dicembre si riprende per avviare l’esame del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e delle disposizioni volte ad assicurarne l’attuazione e rendere operativo il programma Next Generation EU, varato dall’Unione europea.

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Dei circa 209 miliardi destinati all’Italia, le linee strategiche del governo si concentrano su diversi punti, con la parte del leone, 74,3 miliardi di euro, a rivoluzione verde e transizione ecologica. Per abbattere la produzione di anidride carbonica riducendo i consumi di energia, 40 miliardi sono destinati all’efficienza energetica e alla riqualificazione degli edifici, con l’estensione del superbonus del 110%, anche l’ammodernamento di scuole e uffici. 18,5 miliardi sono per la transizione energetica e la mobilità sostenibile, favorendo il ricorso alle fonti rinnovabili, predisponendo le infrastrutture per alimentare veicoli elettrici e rafforzare il trasporto pubblico locale. Previsti pure 9,4 miliardi per la tutela di territorio e risorsa idrica, nonché 6,3 per le imprese verdi e l’economia circolare, l’agricoltura sostenibile, la decarbonizzazione.

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Tra gli altri punti: 48,7 miliardi per digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura; 27,7 per le infrastrutture per una mobilità sostenibile (tra cui alta velocità e manutenzione stradale); 19,2 per istruzione e ricerca; 17,1 per la parità di genere e la coesione sociale e territoriale; 9 i miliardi per la salute (tra cui assistenza di prossimità e telemedicina).

Il 70% delle risorse sarà impegnato, promette il governo, entro il 2022 e utilizzato entro il 2023.

A fine piano, nel 2026, il governo stima un Pil maggiorato del 2,3%. (nell’immagine, la sala dove si riunisce il Consiglio dei Ministri, rimarrà vuota causa Covid)

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