Ecco perché c’è Draghi e non Conte

Dalla fine dello scorso anno il più grande “rischio” per l’Unione era Giuseppe Conte

Sovranisti, antieuropeisti o populisti sembra strano ma all’interno dell’UE i “pericoli” non erano loro. Dalla fine dello scorso anno il più grande “rischio” per l’Unione era Giuseppe Conte. Dove si decidono le sorti del Continente, a Berlino, aumentavano lo scorso dicembre le perplessità sul governo italiano: “Sarebbe uno stato in grado di usare il denaro con intelligenza e coscienza?”. La risposta che si sono dati è stata negativa, se oggi l’avvocato del popolo è stato sostituito con l’ex presidente della BCE. Dopo le prime consultazioni tutti i partiti sembrano sposare la linea del premier incaricato, tranne Fratelli d’Italia. In ogni modo, il prossimo governo sarà sicuramente tecnico. Al momento il “sì” al futuro premier è arrivato dal PD di Zingaretti, metà LeU, Forza Italia e alla fine Salvini non potrà dire di “no” per evitare la scissione di Zaia, Giorgetti e Fedriga. Il governo guidato da Mario Draghi che ancora deve nascere non dovrebbe durare oltre i dodici mesi, perché il target è permettere l’elezione del nuovo capo dello Stato (potrebbe essere, per la prima volta una donna, Marta Cartabia presidente della Corte costituzionale). Rammentiamo che durante il  semestre bianco, inizia ad agosto, il Quirinale non potrà più sciogliere il Parlamento, qualsiasi cosa accada.

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