I manifesti Pro Vita affissi a Tivoli hanno scatenato polemiche

La risposta di Pro Vita alle polemiche sui manifesti affissi a Tivoli

La risposta di Pro Vita e Famiglia dopo le polemiche suscitate dai manifesti affissi a Tivoli

Continua il dibattito sui manifesti affissi da Pro Vita & Famiglia a metà febbraio sui muri di Tivoli. I manifesti hanno suscitato la risposta dei Giovani Democratici di Tivoli e all’articolo pubblicato dal Tiburno.tv ha voluto replicare la Direttore Editoriale della Onlus.

I manifesti Pro Vita affissi a Tivoli
I manifesti Pro Vita affissi a Tivoli

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Spett. Redazione,

desidererei fare qualche breve considerazione sui commenti apparsi sul giornale di Tivoli Tiburno TV a proposito dei manifesti di Pro Vita & Famiglia apparsi anche a Tivoli, come in tante altre città italiane. Mi chiedo se mi concederete la possibilità di replica…

Condivido la rabbia che certe situazioni della nostra realtà sociale suscitano nelle ragazze, quando la cronaca parla di femminicidi e di stupri, e di altri comportamenti abusanti che vanno combattuti e sradicati dalla nostra cultura in tutti i modi possibili (a cominciare dalla pornografia).

Ma molte donne non si rendono conto che la propaganda abortista è la più grande violenza che una società maschilista possa farci: la gravidanza rende madre anche una donna che non vorrebbe esserlo. Ed eliminare il figlio non fa tornare indietro il tempo. La donna resta madre di un bambino morto. Intanto, la società e il padre si sono lavati le mani del problema. Offrono come una conquista, un “diritto”, il potere di sopprimere quel figlio e la donna poi si ritrova con gli stessi problemi socio-economici che l’hanno indotta ad abortire e che nessuno si cura di aiutarla a risolvere.

Nei tre interventi pubblicati su Tiburno io noto (ma non mi sorprendo) che si parla quasi esclusivamente di “diritto” della donna a scegliere . In nessuno di essi si parla del bambino.

Si accusano i nostri manifesti di riprodurre stilizzata l’immagine di un bambino ben formato, cioè non “abortibile”: avete il coraggio di pubblicare la foto allegata di un “grumo di cellule” concepito da 5 – 6 settimane?

Quel bambino, quand’anche in caso disperato fosse abbandonato dalla madre (pochi sanno che c’è una legge che consente il parto in anonimato), è una ricchezza per la società. La sua vita sarà fatta di relazioni, di gioie e dolori, di idee, di tenerezza e di rabbia… è una vita che incrocerà 100 altre vite che dal rapporto umano  saranno sempre e comunque arricchite. 

Tutti noi sappiamo bene che attualmente in Italia c’è una legge dello Stato, la 194. Ma è una legge che come tutte le leggi si può derogare, modificare e persino abrogare. Ed è una legge profondamente ingiusta, che calpesta la legge naturale, inganna e danneggia le donne e calpesta il diritto alla vita del bambino.

Il disagio sociale ed economico, di cui giustamente si parla in una delle risposte ai manifesti, è un problema sicuramente grave e va affrontato con i giusti mezzi, ma la soluzione non è quella di far credere alla donna che li risolverà sacrificando la vita del figlio.

La democrazia (quella vera) ci insegna che ciascuna persona è libera di fare le sue scelte di vita, ma la sua libertà finisce dove comincia la libertà dell’altro. Ed è proprio in considerazione di ciò che (contrariamente a quanto dice una giovane contestatrice dei manifesti) i diritti umani non finiscono nel grembo materno, ma continuano e vanno rispettati sempre, dal primo giorno di vita dell’essere umano, che è il giorno del concepimento, fino all’ultimo.

Non nascondo che avrei molto piacere di avere un dialogo serio, pacato e aperto con qualcuna di queste ragazze, sempreché ci sia la volontà di dialogare su un argomento così importante e delicato ……

Francesca Romana Poleggi 

Pro Vita a Tivoli, manifesti e polemiche

 

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