“Il giudice ragazzino” diventa Beato

In quel delitto “in odio alla fede” le autorità vaticane hanno riconosciuto il martirio di un cattolico praticante

Nel 1990 nel tribunale di Agrigento un giovanissimo magistrato molto preparato e ligio al dovere lavora fra polverosi fascicoli, occupandosi in prevalenza di sequestri e confische di beni sottratti ai mafiosi. Il suo “attacco” alla mafia lo pagherà con la vita il giudice Rosario Livatino, barbaramente ucciso da un sicario della Stidda, l’organizzazione mafiosa agrigentina. In quel delitto “in odio alla fede” le autorità vaticane hanno riconosciuto il martirio di un cattolico praticante, che sarà proclamato beato. Il decreto della Congregazione delle Cause dei Santi, avuta l’autorizzazione di papa Francesco, è stato pubblicato il 22 dicembre dello scorso anno. La cerimonia di beatificazione si svolgerà domenica prossima, 9 maggio, nella cattedrale di Agrigento e sarà presieduto dal cardinale dal cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. La data non è casuale: nel 1993, proprio il 9 maggio, Giovanni Paolo Secondo, nella Valle dei Templi, rivolge il suo invito categorico ai mafiosi: “Convertitevi! una volta verrà il giudizio di Dio!”. Perciò al “giudice ragazzino”, così è stato ribattezzato dopo la sua tragica scomparsa, la Chiesa riconosce l’ascensione al Paradiso e la capacità di intercedere a favore dei fedeli che lo pregano.      

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