Solo uomini avventurosi e dotati di un coraggio fuori dall’ordinario si potevano cimentare in imprese al limite dell’impossibile a bordo di aeroplani in legno, spinti da motori di piccola cilindrata. Senza radar, senza GPS e senza radio questi straordinari eroi del cielo partivano senza sapere se sarebbero tornati. Andare in volo era già un gesto temerario. I piloti dovevano resistere a freddo, pioggia martellante, assenza di ossigeno, stanchezza e tutto in uno spazio davvero molto angusto. Questi uomini dal coraggio inarrivabile dovevano fare i conti oltre che con il nemico anche con il loro mezzo “pronto” a piantarli in aria per i più svariati problemi meccanici. Questi leggendari eroi senza tempo e senza paura non potevano fare alto che affidarsi al Cielo. A Guidonia nella Parrocchia Beata Vergine di Loreto all’interno della Cappella trova spazio la Preghiera dell’Aviatore. “Dacci le ali delle aquile, lo sguardo delle aquile, l’artiglio delle aquile, per portare ovunque Tu doni la Luce, l’amore, la bandiera, la gloria d’Italia e di Roma” è scritto all’interno dell’invocazione. Fra i grandi assi dell’aviazione italiana è doveroso ricordare Francesco Baracca: eroe della Grande Guerra, caduto in circostanze mai chiarite dagli esperti di storia contemporanea. Il suo Cavallino Rampante è stato “offerta” dalla madre del pilota ad Enzo Ferrari, con la frase “Lo prenda lei perché le porterà fortuna”.
FGI