Monterotondo – Cavalcata e torciata cancellate, ma sono nel cuore di ogni eretino

Specie sui social, il 16 gennaio i Monterotondesi hanno trovato un altro modo di rendere omaggio a Sant'Antonio Abate

Nonostante la cavalcata e la torciata siano state cancellate, sono nel cuore di ogni eretino.

Non importa che la festa di Sant’Antonio Abate si sia potuta celebrare quest’anno (come il precedente), solo attraverso le messe del triduo e della domenica. La prima, alle ore 11,30 è stata presieduta dal Vescovo, Monsignor Ernesto Mandara, e molti hanno potuto seguirla dall’esterno del Duomo di Santa Maria Maddalena, grazie alle sedie allestite di fronte al sagrato. La seconda, come da tradizione, è stata celebrata alle 17.

Non importa che, a causa del Covid, si sia dovuto rinunciare alla cavalcata, alla benedizione degli animali, e alla tanto sentita torciata. E’ irrilevante che la tradizione della festa, nata nel 1890, si sia interrotta a causa del Covid per la seconda volta, preceduta solo dagli impedimenti causati dalla Seconda Guerra Mondiale.

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Non conta che il passaggio al nuovo signore della festa, Egisto Ramarini sarà atipico. Quest’anno infatti la statuina, dopo la consueta esposizione per otto giorni nel Duomo di Santa Maria Maddalena, non tornerà fisicamente nella casa del destinatario assegnato.

Nonostante le limitazioni imposte dalle misure adottate per contrastare i contagi, gli eretini hanno trovato il modo di celebrare la festa più sentita di Monterotondo esercitando soprattutto la memoria. Attraverso Facebook, numerosi cittadini hanno dedicato sonetti in vernacolo alla festa che ha segnato la loro infanzia con ciambelle a zampa, cupelle e borracce contenenti vino, passate di bocca in bocca, durante la torciata, con un gesto che oggi sembra appartenere ad un’era passata e sepolta.

Più di qualcuno ha ricordato sui social il dispiacere per non aver potuto condividere la cupella, l’ansia del giorno che precedeva la cavalcata, la dedizione applicata nello stirare la camicia bianca di rigore a cavallo, la cura nell’ideare e realizzare la bardatura, la tensione nevrile degli animali lungo le vie cittadine, a stento contenuta dai cavalieri.

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A parziale consolazione per le limitazioni subite, quest’anno i confratelli della Pia Unione di Sant’Antonio Abate, insieme all’amministrazione comunale, hanno ideato la proiezione dell’immagine del santo sulla facciata del Duomo. I soci della Pia Unione, che meno di due mesi fa hanno subito la perdita del confratello Emanuele Simeone in un incidente stradale, all’incirca tra un mese dovranno eleggere il Presidente che succederà all’attuale, Umberto Silvestri.

(Le foto e i video sono stati realizzati da Fabrizio Casadei)

 

 

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