Con le bollette che secondo le stime di diversi analisti porteranno a una spesa maggiorata rispetto allo scorso anno di almeno mille euro a famiglia e di oltre 30 miliardi per le aziende, sembra che il Governo, nel cercare soluzioni, abbia accantonato l’idea delle energie rinnovabili che potrebbero aiutare a smarcarci dai ricatti a giorni alterni da parte di Russia & Co, da dove arriva il gas. E le rinnovabili, rilevano le associazioni ambientaliste, dal WWF a Greenpeace, si dovrebbero sviluppare massicciamente perché sarebbero appunto la soluzione migliore proprio per contrastare il caro-bolletta oltre che per attuare la decarbonizzazione, come richiesto dall’Europa. Invece sembra che addirittura il ministro della transizione ecologica Cingolani abbia messo a punto un piano a lungo termine dal costo di 10 miliardi per contenere i rincari, tagliano gli incentivi alle energie rinnovabili, dal fotovoltaico, all’idroelettrico, all’eolico, per 5 miliardi. Inoltre, propone allo scopo di porre un freno al caro-bollette qualcosa come 1,5 miliardi delle aste per le cosiddette “quote di emissione”, cioè i permessi di emettere anidride carbonica, che servono di solito a misure per combattere i cambiamenti climatici e la deforestazione che quindi se ne troverebbero senza. Alla faccia della transizione ecologica.