Bergoglio imbarazzante

"I genitori non condannino i figli gay", L'esortazione del Santo Padre all'Udienza Generale alla Sala Paolo VI

E’ evidente che l’apertura di Santa Madre Chiesa alle tematiche legate all’omosessualità debba ancora essere perfettamente metabolizzata. Francesco Primo è un grande innovatore, in tal senso. Tutti i pontefici precedenti erano legati alla lettera di San Paolo dove si parla di sodomia come espressione di una sessualità contro natura.

La porta aperta da Bergoglio farà Storia. Solo però si dovrebbe adottare maggiore accortezza nel trattare alcune questioni. Come riportato dalle agenzie Bergoglio ha detto:

“Penso ai genitori davanti a problemi dei figli … figli con tante malattie, figli ammalati, con patologie permanenti, quanto dolore lì”. Suo ipsissimum verbum. Ma poi il passaggio successivo è arduo perché Bergoglio parlando dei genitori tratta altre problematiche come fossero malattie: “Genitori che vedono orientamenti sessuali diversi nei figli, e come gestire questo e accompagnare i figli e non nascondersi in atteggiamento condannatorio”.

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Papa, i genitori non condannino i figli per gli orientamenti sessuali

Di qui parlando a braccio ha parlato di altre deviazioni occasionali dei giovani. Esuberanze dovute alla giovane età. Tutto bene. Però è il riferimento della malattia per poi andare in rapida successione sull’omosessualità che appare indelicato. La risposta sta non tanto nel catalogare il figlio gay come una deviazione, quanto nel chiedere comprensione alla categoria esistenziale dei genitori. Ma anche così il passaggio è arrischiato perché espone la tematica della scelta sessuale in stretta relazione alle reazioni che ottiene nella realtà sociale, a cominciare dai genitori.

Prima di fare titoli sull’apertura del Papa ai gay si dovrebbe ascoltare il discorso pronunciato da Bergoglio. Siamo quindi rimasti alla famosa asserzione detta in aereo che fu rivoluzionaria: “un omosessuale? Chi sono io per giudicare?”

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