Finora nessuno aveva mai chiesto un centesimo, eppure i soldi da incassare non erano pochi: qualcosa come mezzo milione di euro all’anno. Oggi, per la prima volta nella storia, il Comune di Tivoli ha presentato il conto alla Asl Roma 5 chiedendo di pagare l’Imu, l’imposta municipale unica sugli immobili, in particolare sui terreni edificabili e sui fabbricati costruiti nelle aree dell’ex Pio Istituto Santo Spirito, un patrimonio di circa 259 ettari esteso tra l’ex polverificio Stacchini, l’Albuccione fino al Centro Agroalimentare Romano di Setteville di Guidonia.
Così l’Azienda Sanitaria Locale ha versato in ravvedimento operoso nelle casse di Palazzo San Bernardino un importo pari a 945 mila 758 euro per l’Imu dal 2017 al 2020.
Il recupero dell’Imu evasa era iniziato tra il 10 dicembre 2020 e il 14 dicembre 2020, giorni in cui l’amministrazione del sindaco Giuseppe Proietti notificò alla direzione Asl due avvisi di accertamento: il primo di un importo pari a 726.466 euro relativo all’Imu anno 2015, il secondo da 737.791 euro per l’Imu 2016. Il conto complessivo per il biennio non ancora prescritto era pari a un milione 464 mila 257 euro, ma il Comune propose alla Asl un accordo transattivo per definire il contenzioso che avrebbe gravato non poco sulle casse dell’Azienda sanitaria locale.
Vale la pena ricordare che i terreni dell’ex Pio Istituto Santo Spirito passarono di proprietà dai Comuni di Tivoli e Guidonia Montecelio alla Asl Roma 5 nel 2012 e da allora l’Imu non fu mai richiesta: le somme per il periodo 2013-2014 sono prescritte.