TIVOLI – Ospedale, pochi operatori nella nuova emergenza Covid: è protesta

Da stamane al “San Giovanni Evangelista” è iniziato lo stato d’agitazione per avere più personale e maggiore sicurezza

Aumentano i contagi da Covid-19 e nella Asl Roma 5 riaprono le unità operative assistenziali specifiche. Tuttavia i dipendenti dell’Azienda Sanitaria Locale di Tivoli si sentono tutt’altro che al sicuro, per questo da oggi – lunedì 18 luglio – è scattato lo stato di agitazione.

A proclamarlo sono i rappresentanti territoriali Aldo Capobianchi e Roberto d’Agostino di Fp Cgil, Dimitri Cecchinelli e Stefano Zarelli di Cisl Fp, Igino Rocchi e Mauro Maurizio di Uil Fpl.

Lo stato di agitazione fa seguito ad una nota inviata giovedì scorso 14 luglio dai sei dirigenti sindacali al Direttore generale della Asl Roma 5 Giorgio Giulio Santonocito, al Direttore Sanitario Velia Bruno e al Direttore Amministrativo Filippo Coiro ai quali era stato richiesto un incontro per la risoluzione di alcune criticità emerse con la riapertura delle unità operative assistenziali specifiche e la riattivazione delle attività Covid correlate.

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Il primo motivo dello stato di agitazione è la mancanza di personale adeguato a fronteggiare la nuova emergenza: a parere dei sindacalisti, per garantire livelli di sicurezza adeguati ad utenti ed operatori è necessaria l’assunzione di infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici sanitari, tecnici riabilitativi e amministrativi.

Nella nota i sindacati richiedono inoltre il riconoscimento dell’indennità di malattia infettiva per tutto il personale avente diritto perché esposto a rischio infettivo Covid.

Infine, l’attivazione di strumenti alternativi al fine di evitare lo sforamento contrattuale del fondo condizioni di lavoro, con la conseguenza della mancata remunerazione al personale interessato dell’eccedenza oraria mensile.

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