MARCELLINA – Preso “nonno erba”, coltivava 5 piante nell’orto

Arrestato un ex impiegato 70enne incensurato: tra broccoli e ulivi c’erano anche le piante di marijuana. “Le ho trovate, le davo da mangiare alle bestie”

Quando i militari hanno bussato alla porta di casa ha giurato di essere convinto di non aver fatto nulla di male. Il problema è che nell’orto coltivato a broccoli e alberi di ulivo spuntavano anche 4 piante rigogliose e una più piccola di marijuana.

Per questo ieri, mercoledì 7 settembre, i carabinieri della Compagnia di Tivoli hanno arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti un 70enne di Marcellina, ex impiegato della Pubblica Amministrazione.

Secondo le prime informazioni raccolte dal quotidiano on line Tiburno.Tv, il blitz dei militari dell’Arma è scattato a seguito di una segnalazione anonima che aveva indicato la presenza delle piante di “erba” nel terreno di circa 1.500 metri quadri nelle campagne di Marcellina, dove l’uomo da quando è in pensione si dedica alla coltura e all’allevamento di pecore e maiali.

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I carabinieri lo hanno sorpreso mentre dava da mangiare al bestiame e innaffiava le piante che sono state sequestrate.

Dopo una notte ai domiciliari stamane – giovedì 8 settembre – il pensionato è stato accompagnato al Tribunale di Tivoli che ha convalidato l’arresto e rimesso il 70enne in libertà in attesa di processo.

La stessa Procura non ha chiesto alcuna misura cautelare nei confronti dell’uomo considerando la sua fedina penale immacolata, il mancato rinvenimento da parte dei carabinieri di indizi utili ad avvalorare l’ipotesi dello spaccio e soprattutto la percentuale molto bassa di THC contenuta nelle piante.

Stamane in Tribunale l’ex impiegato ha raccontato di aver trovato le piante rinsecchite all’interno di 4 piccoli vasi nei pressi di un fontanile mentre raccoglieva erba depurativa per i suoi animali. Inoltre ha riferito aver scoperto soltanto recentemente in tv la natura delle piante, quando cioè, una volta annaffiate e curate, erano cresciute rigogliose. Per questo si sarebbe prefisso l’obiettivo di recidere le piante al momento della fioritura per darle in pasto al bestiame, se non fossero arrivati i carabinieri.

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Dichiarazioni considerate evidentemente credibili che, all’esito dell’interrogatorio, hanno convinto i magistrati a lasciarlo in libertà.

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