Gigantesca eruzione dell’Etna, l’INGV: “Colonna eruttiva alta 11 km”

L’intenso fenomeno è durato 4 giorni

Nei giorni scorsi l’Etna ha brontolato e non poco. Nell’ultimo fine settimana si è infatti verificata una delle più intense eruzioni che il vulcano più alto d’Europa abbia prodotto negli ultimi anni. Il maltempo e la fitta copertura nuvolosa (che ha portato copiose piogge e, in alta quota, anche nevicate) hanno però impedito l’osservazione diretta del fenomeno, causando delle difficoltà nell’effettiva datazione di inizio dell’evento.

Gli studiosi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia hanno potuto seguirlo, almeno in una prima fase, solo tramite la strumentazione sismica. L’inizio dell’attività stromboliana è stato segnalato da forti boati sentiti in alcuni dei centri abitati alle pendici del vulcano, come Adrano e Biancavilla, e dalla pioggia di lapilli e cenere che ben presto è diventata fittissima e ha interessato anche Catania, dove l’aeroporto di Fontanarossa è stato costretto all’inattività per diverse ore.

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L’eruzione è stata ben descritta dal geologo dell’INGV Mauro Coltelli, intervistato ai 1910 metri del Rifugio Sapienza: “Tutto è iniziato giovedì. Il tremore è rimasto alto e si è alzato più volte. A quota 2500 metri abbiamo misurato lapilli di 5-6 centimetri, mentre più in basso ne abbiano trovati di 2-3”. Coltelli prosegue: “L’evento è stato intenso e duraturo. Non è stato possibile osservarlo, abbiamo visto qualcosa solo dal satellite dalle cui immagini abbiamo appreso che la colonna eruttiva ha raggiunto un’altezza di 11 km.

L’esperto, infine, ha concluso riportando delle informazioni più tecniche: “Per l’intensità del fenomeno possiamo dire con ragionevole certezza che ad aver causato l’eruzione è stato un magma di nuova formazione e non un magma accumulatosi nel camino, che avrebbe perso calore e gas. Per lo stesso motivo, altrettanto ragionevolmente possiamo aspettarci ulteriori fenomeni nelle prossime settimane e nei prossimi mesi”. (F.L.)

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