GUIDONIA - Rifiuti, via libera all’impianto su area agricola accanto al Centro residenziale

Autorizzazione di 10 anni alla “Inerti Lazio” per gestione rifiuti ed emissioni in atmosfera

I residenti lamentavano inquinamento ambientale e il Tar riteneva incompatibile il trattamento dei rifiuti con la destinazione agricola dell’area in cui sorge.

L’ingresso della “Inerti Lazio” al civico 269 della strada provinciale Casal Bianco a Guidonia

Così tre anni fa si era vista negare i permessi la “Inerti Lazio srl”, azienda titolare dello stabilimento al chilometro 3,500 di via Casal Bianco tra Setteville e Setteville Nord, a Guidonia Montecelio.

Ora la Città Metropolitana di Roma Capitale ha deciso che potrà tornare in funzione l’impianto di frantumazione di inerti provenienti da cave nell’area di 45.993 metri quadrati a ridosso del Centro Residenziale “La Collina del Sole”.

Una veduta aerea dell’impianto adiacente al Centro Residenziale “La Collina del Sole”

E’ quanto stabilisce la determina numero 3827 – CLICCA E LEGGI LA DETERMINA – firmata martedì 7 novembre dal dirigente all’Ambiente e Rifiuti Maria Zagari.

Col provvedimento viene rilasciata l’autorizzazione per la durata di 10 anni alla gestione di 400 mila tonnellate annue di rifiuti inerti non pericolosi, oltre che alle emissioni in atmosfera e allo scarico delle acque di dilavamento dei piazzali dell’impianto nel “Fosso del Cavaliere”.

I permessi vengono rilasciati a distanza di un anno dall’inizio dell’iter amministrativo avviato il 23 maggio 2022 con la presentazione da parte della “Inerti Lazio” di un progetto per realizzare un impianto di gestione e recupero di rifiuti inerti non pericolosi ubicato in via Casal Bianco 269, dove l’azienda opera fin dal 1990.

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Lo stabilimento della “Inerti Lazio” visto dal Centro Residenziale “Collina del Sole”

Dopo richieste di chiarimenti e integrazioni, Soprintendenza e Asl Roma 5 hanno espresso parere favorevole senza condizioni, mentre Città metropolitana di Roma Capitale e Regione Lazio hanno rilasciato parere favorevole con prescrizioni.

In particolare, il progetto è stato autorizzato secondo le indicazioni di Arpa Lazio, che ha ritenuto di escludere i materiali a base di gesso dalle operazioni di cessazione di qualifica di rifiuto per la produzione di miscele di aggregati per uso stradale.

Così nell’impianto verrà tratta una quantità giornaliera di 1.600 tonnellate di rifiuti non pericolosi, pari a 400 mila all’anno.

Nel frantoio verranno lavorati scarti di ghiaia e pietrisco, rifiuti prodotti dal taglio e dalla segagione della pietra, scarti di ceramica, mattoni, mattonelle, ceramiche e materiali da costruzione, oltre a cemento, miscele bituminose, terre e rocce.

Ne usciranno 389.240 tonnellate l’anno tra materiali per l’edilizia e cementifici, e granulato di conglomerato bituminoso per imprese che producono pavimentazione stradale.

Vale la pena sottolineare che il 17 marzo 2020 il Tar del Lazio con la sentenza numero 3323 – CLICCA E LEGGI LA SENTENZA - negò alla “Inerti Lazio” l’autorizzazione unica ambientale per le emissioni in atmosfera e per il trattamento di rifiuti, condividendo l’orientamento dello Sportello Unico Attività Produttive (Suap) del Comune di Guidonia Montecelio (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

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Motivo?

Il trattamento dei rifiuti non pericolosi ha carattere industriale e non è compatibile con la destinazione d’uso urbanistica dell’area ricadente in territorio agricolo tutelato e nella sottozona E1 destinata all’attività agricola e allo sviluppo di attività connesse con lo sfruttamento delle risorse del sottosuolo.

Con la determina numero 3827 pubblicata martedì 7 novembre la Città Metropolitana di Roma Capitale ha superato l’ostacolo.

L’autorizzazione costituisce infatti variante al PRG (Piano regolatore Generale) vigente con la modifica di classificazione dell’area d’intervento a zona F per 10 anni, pertanto l’area tornerà alla sua originaria destinazione a fine ciclo produttivo.

Oltre ai diritti,”Inerti Lazio” ha anche dei doveri.

L’autorizzazione impone all’azienda di garantire la protezione delle zone di interesse archeologico e di realizzare opere di mitigazione, in particolare un fronte di vegetazione con il posizionamento di alberi appartenenti a specie autoctone lungo il confine con via Casal Bianco e verso il confine con via Salvatore Quasimodo, la strada d’accesso al Centro Residenziale da 500 alloggi denominato “Collina del Sole”.

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