TIVOLI – Ospedale, altro che riapertura: “Rimpallo di responsabilità, è tutto fermo”

La denuncia di Dimitri Cecchinelli, responsabile Cisl presso la Asl Roma 5

Da Dimitri Cecchinelli, responsabile della CISL FP ROMA CAPITALE presso la Asl Roma 5 di Tivoli, riceviamo e pubblichiamo:

Dimitri Cecchinelli, responsabile della Cisl Fp presso la Asl Roma 5

“La CISL FP ROMA CAPITALE RIETI denuncia dopo l’incendio dell’ospedale di Tivoli i gravi ritardi nella gestione dell’emergenza.

Ad oggi, dopo il documento di dissequestro dei locali (rimangono sotto sequestro, per mancanza di documentazione tecnica,  alcuni  impianti specifici) non sono ancora partititi i lavori di bonifica (residui di pulviscoli tossici) di sgrosso (pulizia), di edilizia ( pochi operai a lavoro), di riassetto, di verifica dei macchinari elettromedicali, di sanificazione degli impianti di areazione, necessari alla ripresa delle attività di degenza tutta.

LEGGI ANCHE  CASTEL SAN PIETRO ROMANO - Checco Zalone gira "L'ultimo giorno di patriarcato"

La verità è solo una:
mancano le competenze Tecniche e manca una dirigenza coesa che sappia prendere delle decisioni mettendo da parte lo scarico di responsabilità a cui stiamo assistendo che ha definitivamente fermato la ripartenza.

Le attività in corso d’opera sono irrilevanti  rispetto a ciò che servirebbe per far risorgere il sistema ospedale .

La situazione è davvero grave e si ripercuote direttamente sull’utenza, innalzando il rischio di morte per tutte le patologie tempo dipendenti.Le aspettative che tutti avevamo si infrangono sulla mancata capacità di gestione dell’emergenza.

Ancora una volta chiediamo alla Regione  Lazio, nello specifico al Presidente Regione Lazio Francesco Rocca , al Presidente del Consiglio Regione Lazio Antonello Aurigemma, al Direttore Andrea Urbani, di commissariare tutta l’area tecnica della ASL RM5 e di riportare tutte le attività inerenti la riapertura dell’ospedale di  Tivoli a livello di Regione Centrale.

LEGGI ANCHE  TIVOLI - “Estraba Spa” riattiva una cava di travertino al Barco

Nei prossimi giorni, se non riceveremo segni tangibili di organizzazione e REALE e ripartenza, attiveremo una procedura di ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Abbiamo bisogno di dare risposte a tutti gli operatori e alla cittadinanza.

Questa è una vertenza che continueremo a tenere viva perché c’è un problema enorme nel Paese e nella Sanità e i cittadini ed i lavoratori devono essere informati  di come si stia realmente affrontando il problema”.

 

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.