GUIDONIA – Minacce e botte alla ex, scattano il braccialetto elettronico e il divieto di avvicinamento

Un 50enne italiano non riusciva a sopportare il dolore dell’abbandono

Ogni volta che viene lasciato, non riesce a trattenere le sue pulsioni.

Ingiurie, minacce, botte.

Lo aveva fatto con una precedente compagna, ha ripetuto lo stesso schema anche con l’ultima.

Per questo sabato 15 marzo gli investigatori del Commissariato Distaccato di “Tivoli-Guidonia” hanno eseguito la misura cautelare del divieto di avvicinamento nei confronti di S. M., 50enne residente a Guidonia Montecelio, indagato per maltrattamenti in famiglia ai danni della ex compagna sin dal 2022.

A dare la notizia in un comunicato stampa è il Procuratore Capo di Tivoli Francesco Menditto.

Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Tivoli gli ha imposto il divieto di avvicinamento a una distanza non inferiore a un chilometro dai luoghi abitualmente frequentati dall’ex convivente, dall’abitazione dei suoi genitori e della sorella, dalla scuola frequentata dai figli.

Al 50enne, che annovera precedenti per reati contro il patrimonio e contro la persona, è stato anche applicato il divieto di comunicare, direttamente o indirettamente, con la vittima con qualsiasi mezzo, inclusi i mezzi telematici, informatici o telefonici, nonché, per garantire una maggiore tutela della sua ex compagna, anche l’applicazione del “braccialetto elettronico”.

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Il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Tivoli ha motivato le esigenze cautelari nella “…reiterazione delle condotte in danno dell’integrità psicofisica della persona offesa, che, con tutta evidenza, connotano la personalità dell’indagato come prevaricatrice e rivelatrice dell’incapacità di reprimere le pulsioni lesive dell’altrui integrità fisica e psicologica…”.

Secondo il comunicato stampa del Procuratore, nella quotidianità della donna, anche sul posto di lavoro, sempre più frequenti erano le aggressioni fisiche con morsi, calci, schiaffi, colpi in testa e tirate di capelli.

“…Finché non ti esce il sangue non ti ho massacrata…”, le diceva l’ex compagno durante il pestaggio.

Frequenti anche le ingiurie, gli atti persecutori con minacce di morte persino con l’uso di un coltello: “…io ti porterò all’altare non sposandoti, ma nell’altro modo…” e “…mi faccio carcera’, ma ti ammazzo…”, le avrebbe urlato il 50enne durante le aggressioni.

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Stando sempre al comunicato del Procuratore, la giovane aveva iniziato anche un percorso presso un Centro Antiviolenza poi da lei interrotto in quanto il compagno l’aveva convinta che era normale che le coppie litigassero.

S. M. è risultato non nuovo a simili condotte persecutorie, poste in essere anni prima, con analogo modus operandi, anche nei confronti di una precedente compagna.

Peraltro, a riprova della sua pericolosità, non ha esitato a perseverare nella sua condotta persecutoria nei confronti dell’ultima compagna sebbene sottoposto a un provvedimento di Ammonimento irrogatogli dal Questore di Roma.

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