PALOMBARA SABINA – Rems, l’ora d’aria dei detenuti nel parcheggio dell’ospedale

Il sindaco l’aveva vietata, il Tar dà ragione alla Asl Roma 5

L’immagine di una decina di persone assembrate scatenò un vero e proprio “incidente diplomatico” tra rappresentanti delle istituzioni. Così il sindaco vietò l’ora d’aria ai detenuti, la Asl presentò un esposto e la Procura aprì un fascicolo per abuso d’ufficio.

Almeno per il momento, il Tar ha messo la parola fine al caso del divieto di utilizzo del parcheggio della Casa della Salute di Palombara Sabina da parte dei detenuti nelle Rems, le due Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza dove sono reclusi pazienti psichiatrici.

Ieri, lunedì 3 giugno, con la sentenza numero 11338 – CLICCA E LEGGI LA SENTENZA - i giudici amministrativi hanno infatti accolto il ricorso dell’Azienda Sanitaria Locale di Tivoli e annullato l’ordinanza numero 36 firmata il 5 maggio 2020 del sindaco e oggi deputato Alessandro Palombi (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Un verdetto che ha completamente ribaltato l’orientamento espresso dai giudici quattro anni fa, quando con un’ordinanza respinsero il ricorso della Asl.

La vicenda era iniziata in piena emergenza Covid-19. Il 25 marzo 2020 la Polizia Locale notò gli operai di una ditta appaltatrice nel parcheggio del “Santissimo Salvatore” e l’indomani l’allora dirigente all’Urbanistica Paolo Caracciolo ordinò la sospensione dei lavori perché non autorizzati.

Scartabellando, i vigili urbani scoprirono che si trattava di un intervento di perimetrazione disposto dal Direttore del Dipartimento di Salute Mentale Giuseppe Nicolò per far fronte alle misure di straordinaria limitazione imposte ai detenuti delle Rems nell’ottica di prevenzione del contagio da Coronavirus.

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Opere che necessitavano anche dei pareri del Genio civile trattandosi di zona sottoposta a vincolo idrogeologico.

Mentre il 26 marzo 2020 – all’indomani del blitz della Polizia Locale – i tecnici della Roma 5 avevano protocollato una Scia, Segnalazione certificata di inizio attività. Insomma, un titolo utile per la “rete da pollaio” installata.

A quel punto il sindaco Palombi in una nota al Direttore generale dell’Asl Giorgio Giulio Santonocito evidenziando il proprio dovere di garantire la tutela dell’incolumità pubblica suggerì al manager di realizzare la recinzione prevista nel progetto presentato tramite Cila dopo aver ottenuto il parere del Genio Civile.

Avvenne però che ad aprile la Polizia Locale per un paio di volte sorprese detenuti e personale assembrati nel cortile dell’ospedale e subito dopo scattò l’ordinanza di divieto dell’ora d’aria almeno fino a quando non fosse stata realizzata una recinzione sicura.

Secondo il sindaco Palombi, mancava la sicurezza, visto che la Rems di Palombara non ha un’area verde: motivo per il quale non sussistevano fin dall’inizio i presupposti di legge per l’ubicazione di una simile struttura. Nell’ordinanza Palombi evidenziò inoltre che la Casa della Salute è frequentata quotidianamente da famiglie, bambini e anziani, senza contare che è situata peraltro a ridosso della Scuola materna Comunale, “priva di misure che possano circoscrivere l’area destinata agli internati, e del tutto priva di idonea area esterna obbligatoria”.

Nella sentenza di ieri il Tar ha sancito che non esisteva alcuna situazione di pericolo per l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana tale da giustificare l’ordinanza.

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A parere dei giudici, il sindaco Palombi ha travisato i fatti.

Intenzione della Asl non era quella di utilizzare il parcheggio per l’ora d’aria dei pazienti, bensì di approfittare dell’area per consentire l’uscita a quegli ospiti che, in condizioni di normalità ed in assenza delle misure di contenimento del contagio da Covid-19, ben avrebbero potuto transitare sul territorio comunale in quanto autorizzati dalla autorità giudiziaria.

I giudici hanno inoltre considerato irrilevante l’assembramento nel parcheggio sia per la episodicità, sia per la circostanza che si fonda su una generica presunzione che, tra le persone fotografate, figurassero anche pazienti della REMS, visto che non erano state identificate.

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