TIVOLI – Assistenza domiciliare Alzheimer, i comunisti replicano alla Asl

Lettera aperta di Elio Di Benedetto, Segretario della Federazione della Rifondazione Comunista di Tivoli

In riferimento all’articolo TIVOLI – Alzheimer, la Asl garantisce l’assistenza domiciliare ai pazienti, da Elio Di Benedetto, Segretario della Federazione della Rifondazione Comunista di Tivoli, riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta alla Dottoressa Silvia Cavalli, Direttore Generale della Asl Roma 5 di Tivoli:

Elio Di Benedetto, Segretario della Federazione della Rifondazione Comunista di Tivoli

“Gentilissima Dottoressa,
il Partito della Rifondazione Comunista da sempre è a fianco del cittadino per accogliere le sue istanze ed ascoltare le sue necessità sul territorio e ai lavoratori di qualsiasi settore ed è in questa ottica che desideriamo rispondere a quanto Lei ha affermato nell’articolo pubblicato dal Tiburno.

Per prima cosa dobbiamo far presente che le famiglie dei primi pazienti dimessi da questo servizio ci hanno detto di non aver avuto alcuna proposta alternativa e di essersi trovati di punto in bianco in una situazione di grave disagio nella gestione non solo del congiunto malato, ma anche nella gestione degli impegni dell’intera famiglia.
Pensiamo che sia utile fare una breve storia di questo servizio e delle sue finalità per comprendere meglio tutti l’argomento che si sta trattando.

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Il servizio nasce nel 2002 per accordi fra la ASL e la struttura Ialian Hospital Group di Guidonia che all’epoca, per i progetto Cronos, aveva la possibilità di effettuare le valutazioni e la presa in carico dei pazienti fino all’esito finale attraverso il servizio ADA, il centro diurno e i reparti di degenza.

Il servizio domiciliare, da subito, ha avuto l’intento di occuparsi non solo dell’accudimento del paziente ma, attraverso personale OSS, formato per questo, anche di un intervento specifico mirato a mantenere e, dove possibile migliorare, le abilità residue del paziente attraverso una serie di esercizi, lavori manuali, mantenimento della letto/scrittura e molto altro. Il tutto affiancati da specialisti del settore come terapisti occupazionali, logopedisti, fisioterapisti e le altre figure che formavano il team. Da subito sono emersi buoni risultati che in molti casi hanno portato anche alla riduzione dell’uso di farmaci e soprattutto hanno permesso la NON “istituzionalizzazione” di queste persone.

Nel 2016 il servizio è stato affidato alla cooperativa OSA che ha mantenuto la stessa metodologia di intervento vista la sua efficacia continuando un ottimo lavoro su tutto il territorio di questa ASL.

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I comuni non hanno le risorse finanziarie per attuare un simile servizio e non hanno neppure il personale preparato, quindi dire che saranno altri enti a prendere in carico queste persone ci sembra, se non altro, azzardato. Così come non ci sembra neppure corretto dire che la parte riabilitativa faccia parte di un intervento sociale perché non stiamo parlando di persone che vanno a fare compagnia ad un disabile e la riabilitazione /riattivazione cognitiva, prassica, funzionale rientra nelle professioni sanitarie.

Volevamo anche ricordare a tutti che questi malati necessitano di tempo per effettuare qualsiasi cosa venga loro proposta e soprattutto devono creare un legame con chi la propone.
Vista la delicatezza e la complessità di questa patologia che coinvolge tutto il nucleo familiare crediamo che la risposta della ASL non possa essere quella di demandare ad altri un servizio funzionante e indispensabile come questo.

Rimarremo a fianco dei cittadini e di tutti i lavoratori che vedono a rischio il loro posto di lavoro perseguendo ogni via possibile per evitare la chiusura del servizio”.

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