Hanno forzato l’ingresso posteriore del luogo di culto, penetrando al suo interno e profanando l’altare. Vandali in azione nella storica Chiesa di Sant’Antonio, a Capena.



Un’immagine del raid vandalico nella chiesa di Sant’Antonio a Capena
Il fatto è avvenuto nella serata di ieri, mercoledì 16 aprile ed è stato denunciato dal sindaco Roberto Barbetti ai carabinieri.



Il sindaco di Capena Roberto Barbetti
“L’ignobile scempio rappresenta un atto di gravità inaudita che ferisce profondamente la nostra comunità – ha commentato il sindaco in un comunicato stampa – Hanno arrecato danni alla macchina del Santo ed hanno fatto soffrire un luogo sacro che è parte integrante della nostra identità.
Questo attacco vile e sconsiderato, che si traduce in una violenza contro i valori e le tradizioni che ci uniscono, dovrebbe far vergognare chiunque ne sia stato autore.
La nostra comunità è stata ferita e non possiamo restare in silenzio di fronte a tali aberrazioni.
Abbiamo sporto denuncia contro ignoti, affinché le autorità competenti avviino indagini immediate e approfondite”.
“Esorto chiunque abbia informazioni a trovare il coraggio di contattare le forze dell’ordine – è l’appello del sindaco Roberto Barbetti ai cittadini di Capena – È fondamentale unirci e gridare forte contro questa ondata di vandalismo che da tempo colpisce il nostro paese.
Non possiamo permettere che simili atti, come quelli di pochi mesi fa quando furono rinvenute scritte naziste nel centro storico, diventino una triste consuetudine.
Questi delinquenti, che non meriterebbero alcun altro nome, devono essere arrestati e denunciati.
Siamo tutti chiamati a fare la nostra parte.
Non solo i Carabinieri e i Vigili, ma l’intera comunità di Capena deve mantenere la guardia alta e unirsi per far fronte a questa degradazione.
È nostro compito far pagare il prezzo giusto a coloro che infangano il nome della nostra amata Capena.
Ripristiniamo il decoro e la dignità dei nostri luoghi, riaffermando i valori di rispetto e comunità che ci contraddistinguono.
Non lasciamo che la paura o l’indifferenza prevalgano. Insieme, possiamo e dobbiamo fermare questa spirale di violenza”.
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