Era pagato per riparare le biglietterie automatiche guaste.
Lui aveva trasformato il suo lavoro nell’occasione per arrotondare lo stipendio e in quattro mesi e mezzo è riuscito a “sgraffignare” qualcosa come 20 mila euro in monetine.
Il protagonista della vicenda è un tecnico dipendente di una ditta appaltatrice del servizio di manutenzione delle Macchine Emettitrici Biglietti (MEB) installate da ATAC nelle stazioni della metropolitana di Roma.
Con la Sentenza numero 197/2025 – CLICCA E LEGGI LA SENTENZA - depositata in Segreteria lunedì 14 aprile, l’uomo è stato riconosciuto responsabile di danno erariale dalla Corte dei Conti e condannato a risarcire alla municipalizzata di Roma Capitale la somma di 19.236 euro e 87 centesimi.
Nel 2023 il tecnico aveva già patteggiato davanti al Tribunale penale di Roma una pena di due anni di reclusione per peculato per essersi appropriato del denaro nella qualità di incaricato di pubblico servizio.
Secondo la ricostruzione dei magistrati, il tecnico manutentore ha svaligiato le biglietterie elettroniche dell’Atac nel periodo compreso dal primo ottobre 2021 all’11 febbraio 2022.
Gli accertamenti tecnici e soprattutto alcuni filmati estrapolati dagli impianti di videosorveglianza delle stazioni Metro hanno finito per inchiodare il dipendente infedele ripreso in flagranza mentre rubava le monetine durante i turni di lavoro.
Dopo la condanna penale la Corte dei Conti ha aperto un’istruttoria a carico del tecnico a seguito di una segnalazione di danno erariale da parte della Guardia di Finanza Gruppo Frascati, che nel frattempo ha confiscato all’imputato 1.437,03 euro come disposto dal Tribunale di Roma.
Nel corso delle indagini la Corte dei Conti ha acquisito anche un articolo di stampa relativo alla vicenda pubblicato il 24 ottobre 2023 sul quotidiano Corriere della Sera.
La Procura regionale della Corte dei Conti aveva richiesto la condanna al pagamento in favore di Atac della somma complessiva di 24.236 euro e 87 centesimi, di cui 19.236,87 a titolo di danno patrimoniale diretto da indebita apprensione di risorse pubbliche e i restanti 5 mila euro a titolo di danno all’immagine causato con dolo.
Secondo i giudici, il danno all’immagine di Atac non sussiste in quanto il tecnico svolgeva funzioni meramente esecutive e il suo rapporto con la pubblica amministrazione era solo indiretto.