L’acqua fuoriesce dai tubi e penetra nei muri aprendo delle crepe nei solai.
In qualche caso a sgorgare all’aria aperta sono le acque reflue che finiscono direttamente nel cortile insieme ai liquami e alla puzza insopportabile.



Il complesso di Edilizia Residenziale Pubblica di proprietà di Roma Capitale a Colleverde di Guidonia
Accade in via Monte Gran Paradiso, a Colleverde di Guidonia, nel complesso di Edilizia Residenziale Pubblica di proprietà di Roma Capitale da mezzo secolo abitato da famiglie provenienti dalle ex borgate lungo la via Nomentana e la via Tiburtina.



Fiorella Di Bari e la figlia Sonia Ammendola
A segnalare il caso al quotidiano on line Tiburno.Tv è Fiorella Di Bari, volto storico del quartiere, 80enne ancora decisa a combattere battaglie sociali come quella che nel 2000 la vide denunciare il Campidoglio per aver assegnato case popolari in amianto.
All’epoca fu grazie alla sua caparbietà se Roma Capitale investì nella bonifica dall’amianto e nella riqualificazione del complesso residenziale di Colleverde di Guidonia.
Oggi, a distanza di circa 15 anni dall’ultimazione lavori, gli inquilini sembrano precipitare di nuovo nell’incubo di vivere nel degrado.



La zona dell’androne condominiale transennata per paura dagli stessi inquilini
A certificarlo ci sono le segnalazioni inviate da Fiorella Di Bari all’Ufficio Manutenzione Ordinaria del Campidoglio e un rapporto stilato dai Vigili del Fuoco del distaccamento La Rustica a seguito dell’intervento effettuato lo scorso 14 ottobre.



Sopra, le crepe nel solaio del ballatoio; sotto, i liquami nel cortile



I pompieri hanno preso atto di una perdita d’acqua proveniente dalle colonne di scarico dell’edificio, una perdita ben visibile che si propagava lungo la facciata del primo piano, fino a raggiungere il piano terra, interessando anche l’ingresso principale del palazzo dove il solaio è solcato da una crepa lunga metri e profonda qualche centimetro.
Al termine dell’intervento i vigili del fuoco hanno trasmesso per conoscenza il rapporto a Roma Capitale, ente proprietario del complesso al fine di sollecitare un intervento risolutivo per i problemi tecnici riscontrati.
“Ad un mese dall’intervento dei vigili del fuoco non si è visto nessuno del Comune di Roma”, esordisce Fiorella Di Bari che la scorsa estate ha “tempestato” il Campidoglio di segnalazioni via mail supportata dalla figlia Sonia Ammendola, rappresentante territoriale di Asia-Usb Roma, l’Associazione Inquilini e Abitanti di Roma Capitale per la difesa del diritto alla casa e alla città.
L’8 luglio la rottura del tubo delle acque sporche alla Scala C.
Il 26 luglio black out nei garage che collegano la Scala B alla Scala D con presenza di perdite di acqua.
“Da mesi – ha scritto la pensionata ad agosto scorso – nei garage si è rotto un tubo che porta le acque sporche dal terzo piano ai garage: la situazione sta diventando critica con il caldo perché oltre alla puzza si sta riempiendo di zanzare.
Urge un intervento tempestivo: noi abbiamo provveduto a pulire la zona come potevamo ma non possiamo intervenire sulla tubazione”.
A sentire anche gli altri inquilini, la crepa nel solaio dell’ingresso principale del palazzo risale addirittura al 2020.
“Vennero alcuni tecnici del Comune – ricordano i residenti nel complesso Erp – scattarono le foto e non abbiamo più visto né loro tantomeno gli operai manutentori”.
“I vigili del fuoco – spiega Sonia Ammendola – hanno ipotizzato un danno alla tubazione tra il secondo e il primo piano che scende fino ai garage”.



La canala installata nel box numero 128 per evitare l’allagamento da liquami
Nel seminterrato chi sta messo peggio è l’assegnatario del box numero 128 da oltre 4 anni invaso da liquami.
“E’ acqua nera – si sfoga l’inquilino del box 128 – contiene liquami, guano, vi ho trovato anche mezzo piccione.
Per evitare l’allagamento e la puzza ho dovuto installare una canala che convoglia l’acqua nera all’esterno del box in un’intercapedine strutturale in cui non fa danni.
A me ha danneggiato mobili e altre attrezzature: chiamo e nessuno interviene, ma ogni mese il Comune pretende l’affitto”.
A dare la sensazione agli inquilini che il tempo si sia fermato nel complesso delle case popolari di Colleverde contribuiscono anche due new jersey di plastica, di quelli utilizzati nei lavori in corso, installati nei pressi del portone d’ingresso al civico 19 di via Monte Gran Paradiso.



I due new jersey di plastica installati a copertura della grata spaccata
“Stanno lì dalla pandemia – racconta Fiorella Di Bari – sono stati installati per coprire temporaneamente la falla che si è creata nella grata di ferro: sono trascorsi quasi 5 anni”.



Sopra, l’intonaco della facciata crollato; sotto, il muro di recinzione demolito da un furgone



Il reportage alle case popolari di Colleverde termina tra i pezzi di intonaco che crollano dalle facciate e il muro di cinta di accesso ai garage demolito da un furgone durante una manovra errata.
“Ho segnalato anche queste situazioni – commenta sconsolata Fiorella Di Bari – Senza contare la scarsa illuminazione che rende molto più facili le azioni di vandalismo di persone molto spesso non residenti nel complesso.
La situazione è resa ancora più semplice dal fatto che i cancelli sono rotti da tempo.
Ho invitato il Comune di Roma ad intervenire con urgenza in quanto sta diventando un problema di sicurezza dei condomini.
Il risultato? Il silenzio e l’indifferenza”.






























