Sul luogo della scoperta sono intervenuti i tecnici della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio che ha chiesto un ampliamento dell’area di scaco per la messa in evidenza delle strutture varie e per effettuare la documentazione archeologica del contesto. Le operazioni di scavo si sono svolte con la supervisione dell’archeologa Maria Cristina Recco coadiuvata da Cesare Barbetta.
Il tratto di strada tornato a splendere alla luce del sole dopo secoli corre parallelo e adiacente alla moderna via Empolitana e misura all’incirca dodici metri di lunghezza e cinque metri di larghezza e massima.
Tecnicamente la strada è una glareata, coperta cioè da un semplice acciottolato, realizzato con ghiaione di diverse dimensioni ed è stata intercettata ad una profondità di circa 3,20 metri dall’attuale piano di calpestio. La via presenta una carreggiata larga sui cinque metri.
“La strada – descrivono gli studiosi intervenuti nella fase di scavo – taglia e si innesta sulla cresta del banco tufaceo che svolge nel contempo anche la funzione sostruttiva”.
Al termine degli scavi la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio ha fornito al direttore dei lavori le indicazioni da seguire per poter proseguire le operazioni di realizzazione del depuratore salvaguardando i reperti archeologici rinvenuti.
“I lavori – ha commentato l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Castel Madama, Matteo Iori – sono stati momentaneamente sospesi in attesa della redazione della perizia di variante e riprenderanno subito dopo l’estate per completare l’ultimo tratto di fognatura, per poi attraversare via Empolitana e iniziare la realizzazione delle vasche del depuratore”.
Massimo Cimò