La notizia ha iniziato a circolare già dal mattino. Una scelta diventata ancora più probabile dopo le dimissioni, avvenute nel corso del pomeriggio, del vicesindaco Marco Causi e gli assessori Stefano Esposito (Mobilità) e Luigina di Liegro (Turismo).
E così, con una lettera aperta ai romani, Marino alla fine cede alla richiesta del Partito democratico, e lascia la sua poltrona: In questi due anni ho impostato cambiamenti epocali, ho cambiato un sistema di governo basato sull’acquiescenza alle lobbies, ai poteri anche criminali scrive Marino -. Non sapevo quanto fosse grave la situazione, quanto a fondo fosse arrivata la commistione politico-mafiosa. Tutto il mio impegno ha suscitato una furiosa reazione Sin dall’inizio c’è stato un lavorio rumoroso nel tentativo di sovvertire il voto democratico dei romani. Questo ha avuto spettatori poco attenti anche tra chi questa esperienza avrebbe dovuto sostenerla. Oggi quest’aggressione arriva al suo culmine. Le condizioni politiche oggi mi appaiono assottigliate se non assenti. Per questo ho compiuto la mia scelta: presento le mie dimissioni”.
Lascia quindi Marino, ma annuncia di prendersi i 20 giorni previsti dalla legge prima che le dimissioni diventino effettive per valutare se esiste la possibilità di ricostruire le condizioni politiche per continuare a governare.
Un forse che resta in linea con la situazione delle ultime settimane, in cui le spese e gli “scontrini” del primo cittadino si sono trasformati in uno scandalo oltre il quale il suo governo, pare, non potesse andare avanti.
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