TIVOLI – “La comunicazione come strumento di inclusione scolastica” sulla Comunicazione Aumentativa e Alternativa

Vari i temi trattati e le criticità emerse, a partire dal taglio dei fondi da parte della Regione Lazio

Mercoledì 16 ottobre 2024 a Tivoli, presso la chiesa sconsacrata di San Michele situata in piazza delle Erbe, si è svolto un incontro organizzato dall’associazione Lessico di Diritto di Famiglia. 

Il titolo dell’evento, “la comunicazione come strumento di inclusione scolastica”, pone una particolare attenzione sulla Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA), strumenti e azioni posti in essere per quelle persone con bisogni comunicativi complessi 

Durante il dibattito sono intervenuti anche rappresentanti di varie associazioni, come Arianna Felicetti di Isaac Italy, Alessandro De Luca, presidente della Cooperativa Segni di Inclusione e Sonia Ranieri di ATRX Italia, che si occupano della CAA, insieme ad altri relatori come Livia Biscione, assistente sociale del Municipio IV, e Ilaria Razzovaglia, referente per l’inclusione presso l’Istituto Comprensivo di Tivoli II. 

Non è mancato l’intervento di esponenti della politica locale, come Marco Di Nicolò, consigliere comunale e membro della commissione consiliare dei servizi sociali di Tivoli, e Erika Osimani, assessore alle Politiche sociali, Pari opportunità e Pubblica istruzione di Tivoli. 

Nel corso dell’evento, si è posto l’accento sulla carenza di figure professionali che permettano l’integrazione dell’alunno con disabilità all’interno del percorso scolastico. 

Ogni figura ha il suo ruolo all’interno della scuola e sono spesso indicate con degli acronimi che possono portare a confusione: come AEL, che si occupano dell’autonomia personale, fondamentali soprattutto nella giornata scolastica a tempo pieno. 

O le ex AEC, oggi OEPAC, acronimo che oggi vede un incremento della presenza maschile, e che si occupa di autonomia personale e sociale, attraverso progetti studiati ad personam: consiste in una figura istituita dall’art. 13 della legge 104, che opera nelle scuole attraverso la richiesta CIS, fatta da un neuropsichiatra dopo aver valutato la complessità della persona. 

Nell’OEPAC, la comunicazione è uno strumento, ma non è il fine ultimo, come invece lo è nel caso dell’ASACOM, che lavora prettamente sulla comunicazione e solo su persone per le quali sia stata comprovata, mediante analisi medica, una compromissione delle abilità comunicative. 

Comunque, il supporto di queste figure è fondamentale in quanto l’inclusione è un processo continuo: nessuno di noi, infatti, fa parte di un determinato gruppo perennemente. 

Ma non bisogna dimenticare la politica che, nel caso delle figure come quelle nominate sopra, gioca un ruolo fondamentale: come ha ricordato il consigliere di opposizione Marco Di Nicolò, la realtà dei fatti è che la Regione Lazio ha imposto un’erogazione di fondi estremamente inferiore rispetto al passato. 

Al comune di Tivoli, infatti, è stata erogata la cifra di 72.644 euro per un totale di 236 alunni di competenza comunale, quindi riguardanti la scuola dell’infanzia, elementare e di primo grado, che hanno bisogno dei servizi offerti dalle figure sopra citate. 

Una cifra simile, gli anni passati, era sufficiente per un solo istituto: un taglio che segue la scia degli altri che, anche a livello nazionale, sono stati effettuati nel campo del sociale, legati a scelte politiche ed economiche. 

Tra l’altro, i fondi dati al comune, vengono erogati ad anno solare e non ad anno scolastico: a settembre, quando ricominciano le scuole, il comune si ritrova ad aver già speso gran parte dei fondi dati a gennaio. 

Erika Osimani, assessore insediatasi a giugno, seguendo l’intervento del consigliere, ha affrontato la problematica rilevata della determinazione regionale del 29 maggio sul diritto allo studio scolastico per gli alunni con difficoltà nella produzione e comprensione del linguaggio. 

Con tale atto, la Regione ha voluto rimandare ai Comuni l’erogazione dei servizi CAA: considerati metodiche senza evidenza scientifica, la somma a cui si è accennato deve essere utilizzata solo per la CAA, altrimenti si richiede la sua restituzione. 

Il comune dunque, si è mosso con una delibera di trasferimento diretto alle istituzioni scolastiche, ripartendo i fondi in base alle richieste di fabbisogno; si è anche proceduto alla richiesta di aumento dei fondi, o alla ridistribuzione di quelle risorse che dovessero avanzare, come nel caso di piccoli comuni che potrebbero non avere necessitò di tali fondi. 

Una delle soluzioni emerse durante il dibattito è la creazione di un tavolo tecnico che possa interessare l’intera filiera, dalla ASL alle famiglie, e che deve interessare tutti i comuni: bisogna ricordare, infatti, che il supporto non dovrebbe terminare nel momento in cui gli alunni crescono, e quindi risulta fondamentale cercare aiuto concreto per il presente e trovare una risposta alla domanda “e poi?”. 

(Camilla Nonni)

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