PALOMBARA SABINA - Coltiva 6 piante di marijuana in casa, libero: è uso personale

Il 20enne italiano incensurato è affetto da patologia: la coltivazione domestica è lecita

In aula ha dimostrato di farne un uso personale e soprattutto di non vendere la sostanza ad altri.

Giovane, incensurato, lontano da contesti criminali, affetto da una patologia, ma assuntore di 4 dosi al giorno di marijuana e coltivatore domestico di cannabis.

Alessandro (il nome è di fantasia, ndr) è un ragazzo italiano di vent’anni di Palombara Sabina e il suo caso potrebbe fare scuola all’interno del Tribunale di Tivoli.

Ieri, giovedì 25 settembre, il Giudice per le indagini preliminari Raffaele Morelli ha convalidato il suo arresto e gli ha concesso la libertà in attesa di processo rigettando la richiesta di domiciliari avanzata dalla Procura di Tivoli perché la coltivazione domestica non è punibile, a determinate condizioni.

Il caso del ventenne di Palombara Sabina inizia lunedì 22 settembre, quando una pattuglia dei carabinieri di Montelibretti viene inviata dalla centrale operativa a Cretone, frazione di Palombara Sabina, per la segnalazione di grida provenienti da un’abitazione vicina a quella del giovane.

Giunti sul posto, i militari percorrono la strada a piedi, ma al posto delle grida avvertono un forte odore tipico della cannabis proveniente da casa del 20enne.

LEGGI ANCHE  MONTEROTONDO – Una discarica davanti all’asilo: sos al sindaco - VIDEO

I militari alzano gli occhi e sul balcone notano una pianta di cannabis indica in fiore alta 2 metri e mezzo.

A quel punto, attendono fino a notte fonda il ritorno a casa di Alessandro e perquisiscono l’appartamento.

Oltre alla pianta sul balcone, i militari trovano e sequestrano all’interno della camera da letto altre 5 piante di cannabis alte tra il metro e 20 e il metro e mezzo in una serra con lampada artigianale, oltre ad un bilancino di precisione, un ramo di cannabis indica di circa 70 grammi e 8 grammi di resina di hashish.

Le analisi di laboratorio hanno accertato che la cannabis sativa aveva un principio attivo puro in media del 15% pari a 2156 dosi singole medie.

Assistito dall’avvocato Mirko Mariani di Tivoli, durante l’interrogatorio di garanzia tenutosi ieri davanti al Giudice Raffaele Morelli ha ammesso di aver acquistato dei semi e di aver poi coltivato la pianta per suo consumo personale in quanto affetto da alcuni disturbi, giurando di non aver mai venduto a terzi la sostanza.

LEGGI ANCHE  TIVOLI - La delegazione di Bagni chiusa per interruzione di energia elettrica

Inoltre il giovane ha spiegato che il bilancino rinvenuto in casa gli serviva per pesare le sue dosi, in quanto assume 4 dosi al giorno di marijuana.

Nell’ordinanza di convalida d’arresto il Giudice ha definito molto deboli gli indizi dello spaccio della sostanza coltivata.

Infatti, escluso il bilancino, non sono stati rinvenuti materiale per il confezionamento né dosi già pronte. Inoltre il ragazzo non è stato sorpreso nell’atto di cedere la sostanza, tantomeno risulta inserito in un contesto di spaccio.

Tutti elementi identici a quelli di un caso che ha fatto scuola risalente al 2019 per il quale la Cassazione a Sezione Unite con la sentenza 12348/2019 ha già stabilito che la coltivazione domestica non solo non è punibile, ma è da considerarsi lecita, in assenza di una serie di indici: ovvero, il mancato inserimento nell’ambito del mercato degli stupefacenti, le rudimentali tecniche di coltivazione, lo scarso numero di semi e di piante, il modestissimo quantitativo di prodotto ricavabile.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.