Ma circa 1.156 paesi , sparsi in tutt’Italia, vedranno i propri uffici postali a rischio chiusura. Il nuovo piano di riorganizzazione di Poste Italiane prevede, oltre alla serrata degli stabili antieconomici, anche la razionalizzazione di altri 638 uffici postali che vedranno i loro orari d’apertura al pubblico drasticamente ridotti, così come saranno limitati i giorni di apertura.
La notizia non è stata presa molto bene dai pensionati dei piccoli centri urbani che perderanno il loro ufficio postale e che per ritirare la pensione, per forza di cose dovranno recarsi in macchina all’ufficio postale dei paesi limitrofi.
La scelta degli uffici postali da chiudere è stata valutata caso per caso facendo un’accurata analisi del rapporto costi-ricavi.
Molti degli uffici secondo il piano non saranno chiusi ma trasformati: tra le ipotesi quella di aprire al cittadino una serie di servizi a pagamento, come il rilascio di certificati anagrafici o la possibilità di saldare il ticket sanitario.
Quindi un ufficio postale in un piccolo paese di montagna, per sopravvivere deve fare in modo di svolgere altre attività come ad esempio fornire il servizio di ufficio anagrafe o lo sportello comunale.
Leggendo l’elenco degli uffici postali da “tagliare” c’è quello di Cretone, frazione del comune di Palombara Sabina. I residenti in tutto circa 1.500, compresi gli abitanti delle campagne, si sono già mobilitati. Un mese fa è stata indetta in piazza una raccolta di firme dalla lista civica “Capitani coraggiosi”, di cui fanno parte i consiglieri di maggioranza a Palombara Sabina Armando Egidi e Vito Cervellini.
“Bisogna far qualcosa, non è possibile che noi veniamo considerati sempre cittadini di serie B – commenta da Cretone Franco Cesi, 57enne presidente dell’Azienda faunistica venatoria “La Fiora” – L’ufficio postale qui è aperto dai tempi del fascismo, prima stava a piazza Madonna del divino amore, ora da vent’anni è attivo a via Roma 44. Malgrado ci sia solo un dipendente la struttura lavora ed è quasi sempre piena, segno che il servizio è utile alla nostra utenza e non solo. Infatti – sottolinea Cesi – da noi vengono anche dagli altri comuni limitrofi”.
Cretone, infatti, confina con Castelchiodato di Mentana, località anch’essa dotata di un ufficio postale, ma che fortunatamente non è stata toccata dai tagli del governo nazionale. Mentre la filiale “Roma Nord” di Cretone è nella lista nera.
“Se chiude qui è un problema vero», aggiunge un’altra residente di Cretone, Fara Volpe, 67 anni, napoletana d’origine. «Io vivo qui dal 2006 ed ho aperto pure un conto corrente postale all’ufficio di via Roma.Come farò, perché neppure lo sportello del bancomat sarà più accessibile per noi pensionati che saremmo la categoria più colpita da questa chiusura. A Cretone non c’è neppure una Banca e l’ufficio postale lavora almeno per il 70 per cento delle sue reali potenzialità. Sì è vero c’è un solo dipendente, ma la struttura andrebbe potenziata perché è molto utili per tanti di noi cittadini”, conclude l’anziana.
Gli ultrasessantenni di Cretone, disagiati, sarebbero costretti ad andare a Castelchiodato che dista due chilometri o addirittura nel capoluogo Palombara Sabina, raggiungibile dopo nove chilometri. Ma come farebbero tutte quelle persone che non hanno l’automobile? Il servizio va garantito, anche se siamo nell’era dei bonifici. Come detto spesso anche una semplice struttura pubblica o privata in una piccola località viene vista come un punto di riferimento per la comunità locale.
C’è chi, infine, critica la scelta di dipendere da Palombara Sabina, Comune che negli anni ha perso diverse strutture di notevole importanza, come la Pretura e la Tenenza dei Carabinieri. Ora è a rischio chiusura pure il Primo soccorso dell’ospedale “Santissimo Salvatore”.
Gino Ferretta