Guidonia – Soldi in prestito per darli all’ex moglie. Autista fa arrestare i presunti strozzini

Avevano bisogno di soldi, contanti freschi coi quali risolvere i problemi economici. Uno con duemila euro avrebbe dovuto pagare gli alimenti all’ex moglie e alla figlia. L’altro con 5 mila avrebbe coperto qualche “buffo” contratto in giro.
Solo che anziché chiederli in prestito in banca o a una finanziaria, entrambi si erano rivolti alle persone sbagliate, che erano arrivate a chiedere 
la restituzione del prestito con tassi di interesse di gran lunga superiori al limite consentito dalla legge.  Per questo le vittime avevano denunciato e ora i promotori del presunto giro di “strozzo” finiranno a processo per estorsione e usura. Si tratta di Pellumb Perndreka, detto “Valentino”, 36 anni albanese residente a Tivoli Terme, di Andrea Angelini, 38, di Colle Fiorito, e di Cristiano A., 44, di Frosinone, i primi due ritenuti i “picchiatori”, mentre il terzo sarebbe il finanziatore.
A tutti e tre il pubblico ministero della Procura di Tivoli Maria Gabriella Fazi ha notificato un avviso di conclusione delle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo operativo della compagnia tiburtina.
L’inchiesta dei militari diretti dal capitano Emanuela Rocca era iniziata a maggio dell’anno scorso, quando un 49enne autista di Guidonia centro si era presentato nella caserma di viale Aldo Moro a Tivoli con gli occhi neri e un referto medico in mano da 20 giorni di prognosi, raccontando di essere stato “gonfiato” da Perndreka e Angelini che pretendevano indietro i duemila euro prestati il mese prima con tanto di interessi.
Interessi da capogiro fino a sforare il tasso usurario, stando almeno alle verifiche dei militari e della Procura di Tivoli. Pare che il 49enne si fosse rivolto all’albanese – una sua vecchia conoscenza – in lacrime, rivelando di aver bisogno subito di contante per far fronte alle spese di mantenimento dell’ex moglie e della figlia.
La separazione lo aveva ridotto sul lastrico spingendolo nelle mani di Perndreka, considerato dagli inquirenti il collegamento con chi – Cristiano A. – metteva i soldi, oltre che l’addetto alla “riscossione”. Fatto sta che il debito in un mese sarebbe cresciuto in maniera esponenziale e l’autista nei trenta giorni stabiliti sarebbe riuscito a saldare soltanto un terzo del debito.
Per questo a maggio 2011 l’autista avrebbe incontrato di nuovo Perndreka e Angelini, ai non erano andate a genio le giustificazioni del “cliente” conciato per le feste.
A quel punto la vittima si è rivolto ai carabinieri chiedendo protezione e denunciando l’estorsione. Così era scattata l’operazione.
Il 49enne di Guidonia aveva concordato un appuntamento al parcheggio del lunganiene Peppino Impastato di Tivoli per martedì pomeriggio 5 luglio 2011 con la scusa di saldare il debito iniziale di duemila euro.
I soldi c’erano, ma le fotocopie erano già sul tavolo del pubblico ministero Maria Gabriella Fazi. Ai carabinieri per intervenire e far scattare le manette bastò attendere il “passaggio” della busta contenente il denaro dalle mani del 49enne di Guidonia a quelle dell’albanese di Tivoli Terme in casa del quale i militari ritrovarono una pistola semiautomatica di piccolo calibro illegalmente detenuta.
Così il 36enne finì a Rebibbia con una sfilza di accuse lunga e pesantissima: estorsione, usura, lesioni e detenzione illegale di arma da fuoco. Per Andrea Angelini, invece, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal Giudice per l’udienza preliminare Alfredo Maria Bonagura arrivò qualche giorno dopo.
Cristiano A., invece, è rimasto sempre a piede libero, ma non riuscirà ad evitare il processo.

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