Palombara – Un’accademia per il cinema e la comunicazione a Villa Manetti

petrocchi-albertoI progetti e i desideri di un uomo che ha fatto carriera venendo dalla gavetta. Roberto Petrocchi, classe ‘56, ora è un affermato regista, sceneggiatore e docente di cinema nazionale che lega il suo nome a Palombara Sabina per diversi motivi: primo fra tutti le sue origini. Infatti suo padre, Adriano Petrocchi, è stato in paese un personaggio della vita politica di notevole spessore. Al papà Adriano è stato intitolato l’Istituto Alberghiero di Palombara Sabina.
Nonostante i suoi studi di regia al Centro sperimentale di cinematografia l’abbiano destinato, poco più che ventenne, a trasferirsi nella Capitale, il rapporto con il suo paese d’origine è sempre stato ed è ancora molto forte. Esattamente tredici anni fa Roberto ha girato proprio al castello Savelli uno dei suoi film più celebri, “L’ombra del gigante”, che vantava come protagonista una delle attrici italiane più stimate, Margherita Buy. Ed è proprio sul Castello di Palombara Sabina che il suo interesse, cinematografico ma non solo, ancora oggi si concentra molto.
Petrocchi ha firmato, di recente, una campagna di sensibilizzazione sul tema della sicurezza stradale, che ha visto la partecipazione anche di Mastandrea, con il contributo di Elena Sofia Ricci. Attualmente sta lavorando ad un progetto cinematografico incentrato sugli ultimi mesi di vita della Fallaci, dal best seller “Oriana Fallaci: morirò in piedi”.

 

Petrocchi, lei ha proposto all’amministrazione palombarese un progetto interessante rivolto ai giovani. Di che si tratta?  
“La mia proposta era quella di creare un laboratorio filmico per la formazione di giovani attori e registi. Il mio intento era ben diverso dai tanti corsi di cinematografia che si vedono in giro. Lo scopo, mio e di altri due qualificati docenti che hanno sostenuto il progetto, era quello di accompagnare i ragazzi in un percorso che fosse prima di conoscenza profonda di quello che è il luccicante, ma anche complesso mondo del cinema. E poi di formazione. La nostra intenzione era quella di tirar fuori la creatività di questi ragazzi, aiutandoli a capire che forma avrebbe poi preso fra quella di attore o regista, sperimentando insieme le loro potenzialità e affiancando ai rudimenti teorici quelli pratici”.

 

Perché ha pensato al castello Savelli?
“Beh, anzitutto conosco molto bene la struttura proprio perché è lì che ho girato uno dei miei film, “L’ombra del gigante”. Quando è stato presentato al Festival di Berlino ero circondato da tedeschi che mi domandavano dove si trovasse quello splendido Castello. Pertanto ero consapevole di quanto fosse una location ideale per un film ed una gioia per un regista poter girare in un luogo così pieno di storia. E poi perché ritengo che sia uno dei castelli più belli del Lazio, ma che però dovrebbe essere valorizzato molto di più. Per questo avevo proposto di realizzare il mio corso proprio al Savelli, ma purtroppo non è stato possibile”.

 

Quali sono le motivazioni che le hanno impedito di svolgere il suo corso al Castello?
“In realtà non ci sono stati impedimenti istituzionali, anzi. Il comune di Palombara ha patrocinato la mia iniziativa accordandomi il permesso, ma purtroppo, come spesso accade specialmente di questi tempi, non ha potuto finanziare il progetto. I problemi maggiori però, erano di tipo logistico: il Castello non è dotato di sistemi di riscaldamento e già questo, essendo partito il corso in pieno inverno, bastava a rendere la sede improponibile”.

 

Come ha fatto fronte a ciò?
“Mi sono trovato costretto a cambiare sede, spostando il corso a Tivoli. Non avendo avuto nessun genere di contributi economici da parte del Comune, noi docenti insieme ai ragazzi ci siamo autofinanziati il corso, mantenendolo largamente accessibile a tutti, tramite un versamento mensile irrisorio”.

 

Che tipo di affluenza ha riscontrato?
“L’affluenza è stata decisamente buona. Abbiamo formato una bella classe con più di venti elementi che provengono da Palombara Sabina, Tivoli, Villanova e Monterotondo. Tutti giovanissimi, pieni di entusiasmo e voglia di imparare”.

 

Nonostante la sua carriera l’abbia portata a spostarsi da Palombara a Roma ha voluto portare questa iniziativa in provincia. Come mai?
“Perché è proprio dai ragazzi che abitano qui in provincia che è arrivata la richiesta. Le spiego. Io visito anche molte scuole, insegnando e facendo dibattiti coi ragazzi, in media 17enni o 18enni, proprio perché mi interessa quella specifica fascia d’età, dove un adolescente è in fase di formazione. E necessita spesso di una guida che lo aiuti a capire quale percorso professionale intraprendere. Parlando di cinema ho riscontrato una richiesta considerevole di moltissimi ragazzi che lamentavano la mancanza di una struttura di quel genere in provincia, in quanto non tutti hanno la possibilità di muoversi verso Roma. E così, lo scorso febbraio è nato il laboratorio filmico, che durerà fino a giugno. E proprio questi giovani mi hanno spinto a realizzare quello che, più che il mio, era il loro sogno”.

 

La sua iniziativa, che ha avuto successo, proseguirà pure il prossimo anno?
“Assolutamente sì. Ma ho in mente un progetto ancora più ambizioso, che spero fortemente di riuscire a mettere in pratica proprio a Palombara. Si tratta di una vera e propria accademia”.

 

Che tipo di attività ha in mente per l’accademia?
“Il mio sogno è quello di istituire un’accademia che non riguardi solo il mondo del cinema, ma anche quello del teatro, della danza, del giornalismo. Ed ho pure in mente una location di Palombara che sarebbe perfetta”.

 

Quale?
La splendida Villa Manetti. Sarebbe senza dubbio un posto ideale sia per la bellezza storica, trattandosi di una dimora d’epoca con affreschi del ‘700 che per i grandi spazi interni ed esterni che possiede”.

 

Ci sono possibilità che il progetto venga realizzato?
“Ho già parlato del progetto ai responsabili della Villa, che si sono mostrati fin da subito entusiasti ed interessati. Non è certo facile attuare un programma del genere, ma sono molto fiducioso”.

 

Ha già all’attivo un progetto che, per la gioia dei palombaresi appassionati di cinema, avrà luogo proprio a Villa Manetti. Di che si tratta?
“Si tratta di un workshop tenuto da me il prossimo ottobre, proprio negli ambienti unici di Villa Manetti. Proprio in questi giorni sono aperte le iscrizioni alla nuova edizione del Festival nazionale “Roma film corto” che prevede appunto la possibilità di prendere parte al workshop “Oriana Fallaci, il film-testamento”.

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