Albuccione – Quartiere in mano agli spacciatori: maxi retata anti-droga

Arrivavano nel quartiere anche a bordo delle ambulanze per comprare la droga. E all’Albuccione spacciatori e clienti venivano “tutelati” da quella che negli anni era diventata una vera e propria organizzazione che poteva contare persino su delle sentinelle per avvertire nel caso arrivassero le forze dell’ordine. L’attività di spaccio nella zona era talmente rinomata che nel quartiere guidoniano arrivavano da tutta Roma per approfittare dei prezzi concorrenziali della droga, ed uno spacciatore poteva arrivare ad incassare anche quindicimila euro al mese.
Sei persone arrestate per spaccio durante il blitz effettuato all’alba di questa mattina da parte dei carabinieri. Un massicchio schieramento da parte delle forze dell’ordine che hanno utilizzato anche un elicottero per setacciare il quartiere.

“La cocaina è oro colato e chi ce lo fa fare di romperci la schiena con un lavoro magari in nero? Al massimo perdi tre o quattro anni di vita”. Questo quanto si sono sentiti dire i carabinieri della Compagnia di Tivoli da uno degli spacciatori finiti in manette su richiesta della Procura di Tivoli dopo nove mesi di indagini sul territorio.

A Guidonia arrivavano persino persone provenienti dai quartieri romani come San Basilio e Tor Bella Monaca notoriamente sedi di traffico illecito di droga: un via vai continuo di veicoli di ogni genere, moto, macchine, perfino mezzi della nettezza urbana e ambulanze, i cui conducenti si recavano all’Albuccione per acquistare cocaina, hashish o marijuana.
La piazza dello spaccio era diventata inaccessibile alle Forze dell’Ordine. Le tecniche di difesa dai controlli, elaborate dai gestori della zona, si sono particolarmente evolute dopo i numerosi arresti operati nel corso degli anni.
Ogni area di spaccio era controllata da vedette, alcune fisse, altre mobili, che giravano intorno per le strade. I il loro compito era quello di segnalare la presenza delle Forze di Polizia o, come dicevano in gergo, l’arrivo di “Maria”, della “pioggia” o termini slang molto meno lusinghieri.
Principale strumento utilizzato per garantirsi il silenzio di chi avrebbe voluto vivere in un quartiere tranquillo erano comunque la prepotenza e le minacce.
La droga solitamente veniva conservata nelle aiuole o nei vasi di anziane inconsapevoli, oppure tra le auto in sosta. Per consegnarla venivano anche usati stratagemmi come quello di appoggiare la dose richiesta sul sedile di uno scooter parcheggiato che sarebbe stato indicato all’acquirente solo dopo il pagamento.
L’unica preoccupazione emersa da parte degli spacciatori era relativa alla possibilità di immettersi nel mercato romano dopo alcuni episodi di gambizzazione occorsi nella Capitale.
Molti degli indagati sono legati da rapporti di parentela o comunque da forte amicizia, consolidata da anni di attività illecite. Il gruppo operava 24 ore al giorno, sette giorni su sette.
Durante i nove mesi dell’indagine sono stati operati altri dodici arresti in flagranza, sono state denunciate sette persone, più di 30 soggetti sono stati segnalati alla Prefettura quali abituali assuntori di sostanze stupefacenti. Recuperati oltre un chilo di cocaina e due di hashish, mentre più di 300 le cessioni accertate.
L’operazione conclusiva dell’indagine è stata portata a termine grazie all’ausilio del Nucleo Cinofili di Santa Maria di Galeria, al supporto della Compagnia di Intervento Operativo del 4° Battaglione Veneto e di un elicottero dell’Elinucleo di Pratica di Mare.

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