In contrada San Vito, a Subiaco, c’è una piccola chiesa in pietra locale, che gli abitanti del luogo hanno dedicato nell’XI secolo al culto del Santo del quale la zona ne porta il nome.
Nel ricordo di questo evento, ogni anno a fine giugno viene organizzata un festa, come quella che si svolgerà sabato 28 e domenica 29 giugno prossimi, con un programma caratterizzato questa volta da esposizione di auto d’epoca, cena all’aperto, musica con balli di gruppo e spettacolo pirotecnico (sabato), e da colazione a base di “panzanella” (pane bagnato con olio e coperto con pomodoro), celebrazione della Messa, pranzo all’aperto, giochi popolari e balli di gruppo (domenica).
Secondo la tradizione, in questa chiesa venivano portati i bambini affetti dal “ballo di San Vito” (continuo movimento) e dalla “lanca” (fame insaziabile),i quali bevendo però l’acqua che sgorgava dalla sorgente posta nei pressi della chiesa, sarebbero guariti e quindi tornati a vivere normalmente.
Al riguardo si narra infatti che San Vito, di passaggio nelle vicinanze dell’area dove è stata poi costruita la chiesa, non sapendo come togliere la sete ai suoi due cani, fece scaturire acqua dalla roccia con un semplice colpo di spada.
All’interno della chiesetta, ad ornare l’altare c’è uno quadro, olio su tela, realizzato dal pittore sublacense Enzo Roberti. Raffigura il poco più che adolescente Vito, dalla tipica bellezza mediterranea, con nella mano sinistra la palma del martirio e la destra impegnata ad aprire un varco nel fianco della montagna, mentre l’acqua nel frattempo uscita dalla roccia disseta i cani che gli stavano intorno.
Fa. Lo.