Vittime di questa aggressione, Emma, una gatta di 8 anni in dolce attesa e la sua proprietaria, Natasha Spiotta, residente nel quartiere assieme alla sua famiglia. I carnefici, secondo quanto ricostruito dalla donna agli investigatori sarebbero persone di origine romena abitanti nella stessa zona, proprietarie dei pitbull. A far scatenare l’aggressione, secondo la versione fornita dai due uomini agli agenti, il fatto che la gatta si aggirasse nella loro proprietà. Sul posto si è recata una pattuglia della Polizia. Su internet e nel quartiere, intanto, è iniziata una catena di solidarietà nei confronti della famiglia. “Sono distrutta – racconta Natasha –. Quella gatta era con me da tanti anni”.
L’aggressione: “Ricordo ancora i suoi miagolii strazianti”È accaduto a Pasqua, un giorno che dovrebbe significare gioia e risurrezione, intorno alle 18.00: “Ho solo sentito tante urla e rumori, sono uscita di casa ed uno di queste persone che stavano lanciando il gatto per la coda nella rete dei pitbull – racconta ancora sotto shock Natasha –. Ricordo ancora i miagolii strazianti della micia ed io non ho potuto fare nulla. Quando è morta, l’altro rumeno l’ha lanciata in giardino, urlando che se uno dei miei gatti passerà di nuovo lì, farà la stessa fine”. Una storia assurda condita con dettagli raccapriccianti: “Mentre avveniva tutto questo ridevano – racconta su Facebook –. Non auguro a nessuno di assistere ad una scena simile”.
L’arrivo della Polizia
Allertata dalla famiglia Spiotta, una volante della Polizia è giunta sul luogo dell’aggressione il giorno stesso: “La polizia ha fatto l’esposto ma solo per le minacce rivolte a me, mia sorella e mia madre – continua a raccontare Natasha –. Quegli uomini hanno anche sputato contro mia madre, è assurdo”. Gli agenti sono anche entrati a casa degli aggressori, per poi uscirne circa una ventina di minuti più tardi. La donna, però, non ha intenzione di fermarsi qui e ha deciso di andare a sporgere denuncia nei confronti dei carnefici.
Natasha: “Temo per la mia famiglia e per gli altri miei gatti”
Non è la prima volta che i gatti di Natasha vengano presi di mira: “Negli anni me ne hanno avvelenati tanti”, spiega. Gesti rimasti impuniti poiché i colpevoli non sono mai stati identificati. Ma stavolta è andata diversamente: i colpevoli sono noti. “Si fa presto a dire dovete denunciare, io ho una figlia di 16 anni – dice la donna –. Ho tanta paura per noi e per i miei gatti, credo che li affiderò a qualcuno”. Natasha, negli anni, ha spesso adottato e salvato gatti in difficoltà: proprio come Emma, zoppa e senza un occhio.
La mobilitazione sul web
Tutto è partito da un post condiviso su Facebook da Michela, attivista di zona per i diritti degli animali, in cui racconta l’assurda storia di Natasha e della sua micia. Una denuncia che, in neanche 10 ore, ha già spopolato sul web e sulle pagine dei diversi quartieri di Roma est. Appresa la notizia, anche i corcollesi hanno espresso solidarietà nei confronti di Natasha e della sua famiglia, promettendole di non lasciarla sola in questa battaglia.
Allertate le guardie zoofile
È stata la sua amica Michela, in contatto con le guardie ecozoofile da ormai diversi anni, ad allertarle nella serata stessa. Il maltrattamento degli animali, infatti, è punito secondo legge. Un crimine ingiustificato e barbaro che non passerà assolutamente inosservato, in particolar modo dagli abitanti del territorio.
l.l.g.