Guidonia – Rapina alla Amadori, ecco l’identikit dei malviventi. Un piano preparato nei dettagli

Secondo le prime testimonianze raccolte dagli inquirenti – sul caso indagano gli agenti del Commissariato di Polizia di Tivoli e Guidonia – si tratta di due italiani: uno armato, alto un metro e 70-75, di circa 40 anni, corporatura robusta, non palestrato, carnagione chiara, viso tondo, indossava uno scalda collo che gli copriva parzialmente il volto, uno zuccotto di lana scuro, occhiali da vista con montatura fina di colore bianco, un giubotto scuro, pantaloni da tuta scuri, scarponcini marroni da trekking e guanti neri di plastica.
L’altro, alto all’incirca un metro e 65, sui 50 anni, corporatura magra, quasi esile, di carnagione chiara, aveva il volto scoperto, naso schiacciato e grosso tipo pugile, indossava anche lui uno zuccotto di lana nero, abbigliamento scuro e calzava guanti di plastica grigi.

 

Ecco come è andata
I due banditi intorno alle 6 hanno fatto irruzione all’interno degli uffici della Amadori in via Tenuta del Cavaliere armati di pistola. In tutto 14 i dipendenti, tra operai e magazzinieri, immobilizzati e legati con fascette di plastica e nastro adesivo mentre i rapinatori mettevano a segno il colpo da oltre ventimila euro – a cifra esatta è ancora da quantificare nei dettagli – portando via contanti e vari assegni circolari prima di darsi alla fuga in aperta campagna con il malloppo.

 

Un piano preparato nei dettagli
Da quanto emerso nella ricostruzione della dinamica sembra che i due malviventi avessero pianificato in ogni dettaglio il piano messo a segno. Conoscevano il luogo dove era custodito il denaro, chi era in possesso delle chiavi per l’apertura della cassaforte, gli orari dell’addetto al forziere e del dipendente che avrebbe portato una parte degli incassi relativi alla consegna notturna a Terracina.

 

I rilievi della Scientifica
Sul posto anche il personale della Polizia Scientifica. I controlli hanno permesso di rivelare la presenza di un mozzicone di sigaretta nel piazzale dello stabile, gettato da uno dei due malviventi. Al vaglio degli esperti anche le tracce di stivaletti da trekking e scarpe da ginnastica lasciate lungo il tragitto di fuga in campagna dai due malviventi.
Lo stabile della Amadori è privo dell’impianto di videosorveglianza, ma sono state acquisite immagini delle telecamere presenti nelle strutture commerciali della zona.

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