A mezzogiorno nel Parco della Rimembranza presso l’Ara Ossario, dove riposano i volontari garibaldini della campagna 1867, è stata intitolata l’ala nuova del Museo al Maggiore della Guardia di Finanza Domenico Brusa con Giuseppe Garibaldi nel 1867 a Mentana.
Ci ritroviamo anche quest’anno per celebrare la Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate e, con grande orgoglio, anche i 110 anni del Museo Nazionale della Campagna dell’Agro Romano per la liberazione di Roma (realizzato nel 1905 dall’architetto Giulio De Angelis in memoria dei volontari garibaldini caduti nel corso della battaglia di Mentana del 3 novembre del 1867).
Prendendo spunto da questo prestigioso anniversario, voglio condividere un pensiero nato dalla lettera di una Giubba Rossa, contenuta nel quadro della pittrice Loredana Bove, esposto nel nostro Museo:
….Dovete voi cercare di capire, ciò che noi abbiamo fatto,
non s’è fatto solo per l’Unità d’Italia,
si è fatta l’unione di uomini e donne
che tanto hanno sognato e sperato, da questa terra.
……..quel sangue che molti non hanno ancora capito
a cosa è servito.
……….Ora tutti godono della terra
Che con sangue e sudore è stata fatta….
Abbiatene cura, ogni sasso è ancora nel nostro cuore.
Ma se tanta riconoscenza va agli eroi di un tempo che hanno unito uomini e donne in una Nazione, è pure fondamentale dare il giusto riconoscimento e incondizionato sostegno a tutti coloro che, quotidianamente, si impegnano per garantire a tutti noi la sicurezza e la democrazia, veri cardini dell’Unità Nazionale.
E una sincera gratitudine va, altresì, alle persone che si adoperano per far sì che la memoria di tutto ciò che è stato non vada persa in una società sempre più proiettata verso l’individualità e gli sterilipseudo-valori del consumismo.
Grazie di tutto cuore quindi anche a chi, come il
Prof. Guidotti con il nostro Museo, ha dedicato la vita per lasciare nella disponibilità e nella memoria di tutti noi e dei nostri figli gli splendidi cimeli e le testimonianze di chi ha fatto questo meraviglioso Paese che è l’Italia.
E, sicuramente, ogni sasso della loro terra è pure nel cuore delle migliaia di profughi che, dopo aver tanto sognato e sperato hanno assistito allo sfascio della loro terra e, ora, sono in cammino alla ricerca di un futuro e di una nuova Nazione.
Le pietose scene di volontaria deportazione riportano la nostra memoria a deportazioni ben più dolorose e devono essere un monito per tutti coloro che non credono o si disinteressano del bene più grande che un popolo può avere: la propria identità nazionale.
Feste come questa sono oggi più che mai necessarie per rinsaldare e costruire il legame che ciascuno di noi deve avere con il proprio Paese e per far sì che nessun altro popolo debba ricalcare le orme dei Siriani o degli Africani.
L’Unità Nazionale non va solo costruita ma va protetta e mantenuta e tutti noi abbiamo il dovere di farlo, ciascuno per la propria carica istituzionale, e tutti in qualità di cittadini italiani.
Foto di Mario Gautieri