Le avevano già messe sul tavolo lunedì scorso, 30 maggio, Marini e Cipriani. Dimissioni motivate dall’assenza dei numeri nella maggioranza in consiglio dopo il dietrofront dell’ex presidente dell’aula, Aldo Cerroni, e dei tre forzisti Anna Maria Vallati, Stefano Sassano e Mario Valeri. Stamattina salta fuori anche il nome dell’assessore Nardecchia che va, inevitabilmente, ad indebolire ancora di più l’amministrazione del facente funzioni, Andrea Di Palma, ora costretto a fare i conti con la realtà.
In tarda matinata arriva la convocazione urgente per la seduta strordinaria del consiglio comunale per il 3 giugno, in seconda per il 6. Oggetto: surroga ai consiglieri dimessi, Marini e Cipriani.
“Di fronte al desolante spettacolo di disarmonia e miopia politica offerto negli ultimi giorni dal centrodestra guidoniano, di cui pur siamo parte integrante – spiegano i tre dimissionari attraverso un comunicato stampa – , riteniamo indispensabile, per salvaguardare la nostra dignità e quella del nostro gruppo umano e politico, dimetterci dalle nostre cariche. Lo facciamo a malincuore e senza rinnegare i sette anni di questa amministrazione nella quale abbiamo creduto e dei cui risultati resteremo orgogliosi. Solo pochi giorni fa – continuano – abbiamo consegnato alla città la nuova scuola di Marco Simone che simboleggia e suggella il grande lavoro svolto dal settore Lavori Pubblici di cui ci siamo principalmente occupati in questo biennio. Pensiamo che la crisi politica, a nostro avviso irreversibile, in cui versa da agosto la maggioranza (o quel che resta di essa) avrebbe imposto ben altre decisioni negli ultimi mesi, e alcune le abbiamo ripetutamente proposte. Contro la nostra preferenza si è invece voluto tentare la difficile carta del governo senza sindaco. Abbiamo sperato fosse possibile, anche senza crederci fino in fondo. Dopo solo dieci mesi, ben quattro consiglieri eletti con il centrodestra hanno dichiarato pubblicamente di non voler votare il Bilancio, decretando così la fine ingloriosa della maggioranza uscita dalle urne”. Oggi siamo certi che non si possa continuare – concludono – anche senza i numeri e la maggioranza in consiglio. In queste ore abbiamo tentato di trovare con la maggioranza una linea comune per fronteggiare la situazione attuale, ma è prevalsa una anarchica parcellizzazione di posizioni personali”.
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