Classe 1996, romana, ha iniziato a dare i primi calcio ad un pallone all’età di 10 anni, presso la squadra della parrocchia del suo quartiere, la S.S. San Saturnino. Venti anni li ha appena compiuti, ma sia in campo che fuori tutto di lei sembra una veterana: carattere introverso, umile, educatissima e mai sopra le righe, Silvia, arrivata nell’estate del 2015 all’Eretum Monterotondo, è entrata ben presto nel cuore di mister Marsili, dei dirigenti e delle sue compagne di squadra che ora si coccolano questo prezioso gioiello.
Silvia, quando e come nasce la tua passione per il calcio?
“Sin da piccola ho avuto questa passione anche perché avendo molti amici maschi molto spesso giocavo con loro e con loro guardavo le partite della mia squadra del cuore, la Roma, ma non solo”
Come ti trovi all’Eretum Monterotondo?
“Qui sto molto bene, sia con le compagne che con il mister, i dirigenti e i membri dello staff. Sono stata accolta benissimo, mi hanno fatto sentire subito a casa e ho sempre avvertito stima e fiducia nei miei
confronti”.
Come è cambiata la squadra rispetto alla scorsa stagione?
“Sono arrivati diversi elementi di grande valore, la società è riuscita ad arricchire molto la rosa sia dal punto di vista numerico che della qualità tecnica. Questo ha fatto sì che la stagione sia partita con
obiettivi diversi rispetto allo scorso anno, ma anche con maggiori responsabilità. Abbiamo il dovere di fare bene e di ripagare il lavoro portato avanti dal mister e dalla società”.
In che ruolo preferisci giocare?
“Prediligo la posizione come punta esterna, nel 4-3-3, o come laterale di centrocampo, perché così posso sfruttare al meglio la mia velocità e la mia progressione, ma ovviamente decide il mister…”.
C’è un giocatore a cui ti ispiri in particolare?
“No, ma come esempio di calciatore, per il suo modo di essere e di giocare, sono innamorata di Francesco Totti”.
L’anno scorso hai chiuso il campionato con 20 reti, quest’anno dopo 3 partite ne hai già segnati 11: dove vuoi arrivare?
“Il mio obiettivo personale è quello di giocare bene ad ogni partita, se poi riesco a segnare e a far segnare sono più soddisfatta, ma conta il bene della squadra. L’obiettivo più importante è sempre quello da
raggiungere collettivamente, come gruppo. Ecco, da questo punto di vista, mi piacerebbe prima di tutto convincere nel gioco, attuare sempre un calcio bello e propositivo per puntare in alto, alle prime posizioni, e andare molto avanti in Coppa Italia”.
Oltre al calcio, cosa fai nella vita?
“Attualmente sono al primo anno di Scienze Motorie all’Università degli Studi di Roma Foro Italico. Oltre a calcio, l’altra mia grande passione è la musica”.
Sergio Toraldo