Giampiero Di Domenico caustico: “Allenatore porta sponsor, no grazie”

Lui è un allenatore vecchio stampo, ama parlare con i giovani e da loro ha sempre risposte esaurienti. Dopo l’eccellente lavoro svolto si aspettava una riconferma sulla panchina del Fiano e in fondo la riconferma sarebbe pure arrivata se non fosse cambiata la proprietà del club. Con nuovi dirigenti arrivano ovviamente anche nuovi giocatori, nuovi dirigenti e un nuovo allenatore. “Questo è comprensibile – spiega il tecnico Giampiero Di Domenico – perché quando arriva un nuovo gruppo dirigenziale è molto raro che si tengano quelli della precedente gestione. Il club ha cambiato dirigenza e posso anche capire che non mi abbiano confermato”. Allenare è la sua passione, ha allenato in club importanti e meno importanti, Di Domenico ama il calcio, l’allenamento, la partita, la sfida tattica. Tutte emozioni che lui vuole continuare a vivere. Ed è per questo che si è andato a proporre ad un paio di club dove i precedenti tecnici avevano già annunciato che avrebbero cambiato aria. Quello che poi è successo Di Domenico lo ha provato sulla sua pelle: “Mi domando dove sta andando il calcio. La meritocrazia ha un valore? Essere preparati, aggiornati e ottenere dei buoni risultati, avere un curriculum positivo serve a qualcosa? Inizio ad avere dei dubbi”. Ed ecco il perché. “Mi sono proposto. Ho avuto due appuntamenti, ho parlato con i direttori sportivi di due club. Tutti sono stati molto carini con me, abbiamo parlato di calcio, ho espresso la mia idea di come impostare il lavoro, loro hanno dimostrato di conoscermi, di apprezzarmi e poi ci siamo lasciati con l’appuntamento qualche giorno dopo per la risposta”. Ed è qui che c’è stata la grande delusione: “In entrambi i casi mi hanno telefonato – continua Giampiero Di Domenico – dicendomi che gli dispiaceva molto, che i miei risultati erano ottimi ma che non ero stato scelto perché non portavo con me nessuno sponsor. Mi sono fatto ripetere due volte la frase perché sinceramente non avevo capito. E invece avevo capito bene, non sono stato scelto perché non portavo sponsor”. Trent’anni di gavetta, di carriera, sempre con il massimo impegno ma …: “Dovrebbero esercitare un controllo, non capisco cosa c’entra questo con fare l’allenatore. Se un allenatore porta lo sponsor è bravo e se non lo porta non capisce di calcio. Mah”. Ora Giampiero Di Domenico aspetta una squadra, che lo chiami, senza dote: “Non voglio credere che non ci siano presidenti che facciano gestire la squadra a procacciatori di pubblicità. Io credo nel calcio e credo nella qualità dell’allenatore”. Intanto resta alla finestra, a meno che non venga chiamato a dicembre, quando una squadra in crisi ha bisogno di capire come tirarsi fuori dalla retrocessione. In fondo i soldi dello sponsor li hanno già incassati ad….agosto.

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di Sergio Toraldo

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