Tivoli – Difesa d’ufficio e immigrati, gli avvocati contro Salvini

“In questi ultimi mesi, con sempre maggior frequenza, si ascoltano e si leggono dichiarazioni di “uomini dello Stato” apparentemente rese «tanto pe’ canta’» (come avrebbe detto il compianto Nino Manfredi) che stanno alimentando un pericoloso qualunquismo, anche da parte di chi ricopre un ruolo ed una funzione pubblica.

Recentemente, infatti, il Procuratore di Catania, Dott. Carmelo Zuccaro, titolare di uno dei fascicoli aperti dalla magistratura italiana sulle attività in mare delle ONG impegnate nel salvataggio di migranti, ha dichiarato ai microfoni del programma televisivo Agorà: “A mio avviso alcune ONG potrebbero essere finanziate dai trafficanti e so di contatti. Un traffico che oggi sta fruttando quanto quello della droga. Forse la cosa potrebbe essere ancora più inquietante. Si perseguono da parte di alcune ONG finalità diverse: destabilizzare l’economia italiana per trarne dei vantaggi. Se l’informazione è corretta, questo corto circuito non si può creare salvo per effetto di persone che vogliono creare confusione”.
Questa pesantissima dichiarazione, tuttavia, non ha mai portato ad alcuno sviluppo giudiziario degno di nota, così come lasciavano intendere i tanti condizionali utilizzati dal Magistrato siciliano. Anzi, nelle ultime ore è stata disposta dal Tribunale di Palermo l’archiviazione di una notizia di reato formulata dalla squadra mobile della Questura di Agrigento, la quale aveva ad oggetto la possibile rilevanza penale delle condotte di alcune ONG che – avendo soccorso in mare decine di migranti stipati su alcuni barconi – li avevano poi condotti presso il porto di Lampedusa. Quindi, in una ipotesi assolutamente simile a quella a cui «tanto pe’ canta’» aveva fatto riferimento il Dott. Zuccaro, è stata esclusa l’esistenza di legami tra una ONG “colpevole” del salvataggio di migranti e i trafficanti libici; ma, soprattutto, sono state specificate le fonti sovranazionali che impongono l’«obbligo umanitario» di soccorrere in mare e, quindi, di condurre i migranti in salvo in un porto sicuro.
Nonostante questo fondamentale chiarimento proveniente dai Giudici palermitani, il Senatore Matteo Salvini, dopo aver inculcato nella cultura social e mass-mediatica italiana il binomio migrante-criminale, ha apparentemente cavalcato quanto dichiarato dal Dottor Zuccaro, svilendo ulteriormente quella cultura dei diritti fondamentali che, invece, andrebbe garantita proprio da chi è preposto alla Sicurezza Nazionale.
In particolare, in una intervista rilasciata al quotidiano “Il Corriere della Sera” in tema di immigrazione, il Ministro degli Interni «tanto pe’ canta’» ha menzionato l’esistenza di una fantomatica “lobby dei difensori di ufficio” arricchitasi grazie alla procedura di rilascio dello status di rifugiato e al patrocinio a spese dello Stato di cui gli immigrati avrebbero beneficiato.
Questa dichiarazione ci è parsa da subito un errore enorme, oltre che un gravissimo attacco a noi Avvocati e alla nostra funzione difensiva.
Riteniamo innanzitutto inammissibile che il Ministro degli Interni, ossia uno dei vertici delle Istituzioni nazionali, utilizzando dei facili slogan elettorali confonda il settore civile con quello penale, come farebbe il peggiore degli studenti di Giurisprudenza: il difensore di ufficio non esiste in nessuna procedura civilistica, men che meno in quella finalizzata al rilascio dello stutus di rifugiato menzionata dal Senatore Sig. Matteo Salvini, essendo un istituto presente solo nel settore penale.
In secondo luogo, è gravissimo attaccare gli Avvocati e, ancor di più, i difensori di ufficio (che spesso sono giovani Colleghi), poiché si sferra un durissimo colpo ai cittadini, che finora ci sono sembrati inconsapevoli della gravità delle affermazioni del Ministro degli Interni. Noi rappresentiamo ed assistiamo persone, esseri umani e cerchiamo di farlo al meglio e con tutta la dignità che possediamo; difendiamo un presunto innocente dalla pretesa punitiva dello Stato, garantendogli che siano rispettate le “regole del gioco” e i principi costituzionali anche da parte di chi lo accusa e lo vorrebbe veder condannato. Nessun Avvocato in un tribunale penale difende se stesso, quindi attaccarci significa attaccare i nostri assistiti.  
Il Sig. Matteo Salvini, tuttavia, è andato anche oltre la colpevole ignoranza del secondo comma dell’art. 24 Cost. il quale sancisce che «la difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento», poiché ha sostenuto che la fantomatica “lobby dei difensori di ufficio” si sarebbe addirittura arricchita grazie al patrocinio a spese dello Stato… un istituto previsto dalla Carta Costituzionale (troppo spesso invocata, ma scarsamente letta e figuriamoci quanto poco studiata!), la quale al comma terzo dell’art. 24 stabilisce che «sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi in ogni giurisdizione».
In particolare, gli artt. 75 e 76 del Testo Unico Spese di Giustizia stabiliscono le condizioni soggettive in presenza delle quali l’assistito italiano o straniero (e non di certo il suo difensore… è sempre bene ribadirlo) può beneficiare, da parte dello Stato, del pagamento degli onorari professionali in favore dell’Avvocato che lo ha difeso in giudizio. Tali requisiti, noi difensori iscritti nelle liste degli Avvocati ammessi al patrocinio a spese dello Stato, li conosciamo – probabilmente molto meglio del Senatore Sig. Matteo Salvini – perché frequentemente i nostri assistiti ci chiedono se possono beneficiarne e, fin troppo spesso, i Giudicanti rigettano quelle istanze di ammissione ritenendo “inverosimili” i redditi annuali dichiarati dai nostri clienti.
Proprio questo è il passaggio fondamentale per comprendere l’infondatezza e la gravità di quanto dichiarato dal Ministro degli Interni «tanto pe’ canta’»: la possibilità di beneficiare del “gratuito patrocinio” viene spesso esclusa poiché si ritiene improbabile che vi siano persone (italiane o straniere) che realmente possano vivere con redditi troppo al di sotto degli 11.493,82 euro all’anno previsti dalla Legge. Invece, come ben sappiamo noi Avvocati, la popolazione (italiana e straniera) è spesso costretta a redditi decisamente più bassi a causa di una crisi economica, finanziaria ed occupazionale che ormai dura da un decennio.
Infine, è necessario chiarire che gli onorari liquidati all’Avvocato, in caso di ammissione del suo cliente al beneficio del “gratuito patrocinio”, sono ridotti per legge di un terzo nel settore penale e della metà in quello civile; che quelle somme vengono pagate solamente dopo estenuanti e complesse procedure burocratiche (apparentemente finalizzate a scoraggiare il difensore a pretendere quanto dovutogli) e con tempi lunghissimi, magari a distanza di anni ed anni dalla conclusione del processo.
Questi pagamenti, pertanto, non sono solo il frutto di un beneficio che lo Stato riconosce ai non abbienti, agli ultimi, ai più poveri, ma non possono in nessun modo arricchire un Avvocato  che, credendo nella propria funzione sociale, ha difeso per anni un imputato, condividendone le sorti emotive, ascoltando con pazienza i suoi pensieri e le sue confessioni, partecipando ad uno dei momenti più difficili dell’esistenza del proprio cliente: il processo penale… che ormai ha sostituito la pena, essendo diventato – per le sue lungaggini – esso stesso la sanzione a cui sottoporre chi malauguratamente ha a che fare con la Giustizia.
Per tutte queste ragioni, condanniamo con forza l’attacco del Senatore Sig. Matteo Salvini ai difensori di ufficio e al beneficio dell’ammissione al patrocinio a spese dello Stato e ci piacerebbe che il Ministro degli Interni si scusasse con noi che da anni difendiamo i diritti di cittadini italiani e stranieri senza fare distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, perché in tal modo si scuserebbe con i nostri assistiti”.

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