Vado al MAXIMO

Giorni di ordinaria follia nel nuovo centro commerciale sulla via Laurentina a Roma. Ci abbiamo fatto un giro

Il Maximo è questo centro commerciale, il più grande della capitale dopo Porta di Roma e Roma Est, che con i suoi 65mila metri quadrati di superficie e 160 negozi, ha aperto il 27 novembre in concomitanza con il Black Friday, sulla via Laurentina, all’estremo sud della capitale. A incuriosire e ad avventurare le migliaia di persone che già il primo giorno erano in fila per entrare, in cima alla lista c’è Primark, il brand irlandese di abbigliamento e accessori, a Roma per la prima volta.

Con Maximo, la geografia stradale di solito molto acciaccata delle via Laurentina è del tutto cambiata, niente più buche e bucone sulla trafficatissima arteria, ora del tutta nuova, con l’asfalto bello “fresco”. Sono stati realizzati anche rotonde, trasverse, svincoli prima assolutamente sconosciuti e che il 27 novembre erano out già alle 11 di mattina, presidiati da polizia municipale e guardie giurate.

Oggi lunedì noi di Tiburno abbiamo fatto un giretto per capire come fosse evoluta la situazione. Alle 9,50 del mattino non ci sono folle in attesa fuori il particolare edificio a forma di parallelepipedo e a regolare il traffico per entrare nei parcheggi ci sono schiere di addetti alla sicurezza. La sorpresa è all’interno: al piano terra c’è una bella calca davanti a Decathlon, ma è soprattutto al primo piano che la follia ordinaria del pubblico dà il meglio di sé. File chilometriche, per tutto il percorso della struttura, che come si diceva è davvero bella grande, davanti a Primark. Non ci sono solo ragazzini, ma gente di ogni età, con gli addetti che cercano di regolare il movimento a scaglioni: alle 10, quando il negozio apre i battenti, il tutto è accolto da urla da stadio e applausi. Negli altri store, poca la gente all’interno. I negozianti parlano di altro tipo di qualità (la loro, rispetto a Primark) e di una pubblicità a tappeto per il brand irlandese, che ha calamitato un tale afflusso: certo, nelle loro parole c’è la speranza di vendere qualcosa, ma l’amarezza e anche un bel po’ di invidia traspare bene.

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Il cronista a questo punto se la svigna, non è più il caso di tergiversare: le code si stanno ingrossando, quasi non si cammina più ed è difficile effettuare slalom a distanza. Sì, le mascherine ci sono ma la calca è da ressa delle migliore occasioni. Ma si sa bisogna vendere vendere anzi, comprare comprare (tanto c’è lo smart working e la didattica a distanza, a lavorare e studiare ci si può mettere dopo, Maximo chiude alle 22). Quanto tempo ci vuole per capire se ci saranno nuovi contagi? Gli esperti televisivi dicono 15 giorni: più o meno a Natale si capirà allora se tutta questa massa avrà portato a casa altri regali indesiderati. Ai lettori si concede di darsi a qualche scongiuro.

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