GUIDONIA – “Ho aiutato i cittadini e lo rifarei. Ecco perché mi ritengo innocente”

Dopo 5 anni l'ex sindaco Eligio Rubeis rompe il silenzio e si confessa

Da più di un anno volevo intervistare l’ex sindaco di Guidonia Montecelio Eligio Rubeis. Almeno dal 15 maggio 2019 quando il Tribunale di Tivoli lo condannò a quattro anni e mezzo di reclusione per corruzione e induzione indebita a dare o promettere utilità, con la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Aveva sempre rifiutato, il 62enne architetto di Forza Italia, assessore ai Lavori pubblici nei primi anni Duemila e due volte eletto sindaco nel 2009 e nel 2014.
Oggi, alla vigilia del processo d’Appello ancora da fissare e forse convinto dall’intercessione di una Sua parente buona amica di Tiburno, si è deciso a parlare della vicenda giudiziaria che lo ha estromesso dalla politica e dalla pubblica amministrazione. Non lo aveva mai fatto, avvalendosi della facoltà di non rispondere davanti al Giudice per le indagini preliminari Alberto Michele Cisterna che firmò il mandato d’arresto eseguito il 20 luglio 2015, restando in silenzio anche durante il processo con rito ordinario nel Palazzo di Giustizia di Tivoli.
Senza dubbio gli ha giovato il recente matrimonio con Federica, la mamma dei suoi due figli maschi.
Durante l’intervista è apparso molto stabilizzato, quasi niente fumo, il linguaggio misurato e forse un po studiato, sembra che alcune domande se le aspettasse e quindi aveva riflettuto anticipatamente sulle risposte.
Un Eligio Rubeis forse meno brillante di come lo ricordavamo anche perché come monito sulla scrivania aveva una bella cornice con la foto dei suoi due bambini.
Sembra fatto al caso suo il ritornello della canzone di Fiorella Mannoia:  “Come si cambia per non morire”.
Secondo una parte del giudizio popolare, c’è una sproporzione tra i reati contestati e la condanna inflitta. Ma c’è anche chi si chiede se i suoi legali le abbiano rappresentato il rischio di un processo ordinario rispetto ad un rito alternativo che le avrebbe permesso di chiudere i conti con la Giustizia in pochi mesi e di tornare in libertà. In tal modo oggi sarebbe riabilitato e farebbe di nuovo politica.
Quei reati non credo di averli commessi.
Ma c’è una sentenza di primo grado. Non sarà che Rubeis vuole apparire come un eroe che non si fa mettere i piedi in testa dai Magistrati e difende le sue idee a ogni costo?
E’ importante partire da un presupposto.
Quale?
Da sindaco ricevevo per la metà della giornata i cittadini di Guidonia Montecelio in una fase economica critica a livello locale e nazionale. Cittadini che avevano bisogno di lavoro, non soltanto giovani come quelli per i quali sono stato giudicato, ma famiglie intere che chiedevano aiuto.
Il mio ufficio era invaso, i corridoi erano pieni tutti i giorni e molto spesso i miei collaboratori mi dicevano che non potevo passare mezza giornata ad ascoltare.
Ascoltava e basta?
Ascoltavo e, se potevo, davo indicazioni o cercavo di aiutare in qualche modo mandando curricula accompagnati da lettere firmate ai vari imprenditori locali e non.
E cosa scriveva?
Chiedevo di ascoltare le esigenze di persone che perdevano lavoro qualora le aziende ne avessero avuto bisogno.
Lei è stato condannato per aver sollecitato l’assunzione di due ragazze presso la Italian Hospital Group e presso l’Ipercoop al Centro commerciale Tiburtino in cambio di un suo interessamento per le relative pratiche amministrative: qual’è il suo punto di vista?
Ritengo che la corruzione per la vicenda della clinica Ihg non abbia verità.
E quella di Ipercoop?
In quel caso vennero da me un uomo che aveva perso il lavoro a 62 anni insieme alla moglie e mi chiesero un aiuto affinché l’unica figlia potesse avere una occasione di lavoro come commessa in qualche negozio.
Badi bene, non stiamo parlando di aiuto pubblico ma privato.
Lei cosa ha fatto?
Ho fatto semplicemente una telefonata come mi capita spesso con gli amici fuori dal rapporto istituzionale.
Lo faccio anche ora, nel mio studio vengono carpentieri, muratori e piastrellisti a chiedermi se c’è un posto di lavoro in qualche cantiere. Non è cambiato nulla nel mio rapporto, ieri da sindaco e oggi da architetto.
Sta dicendo che nella sua coscienza non c’era il reato e ha agito come se tutto ciò fosse lecito?
Assolutamente no.
Lei si è rivolto alle due aziende più importanti che avevano rapporti con l’amministrazione comunale, una perché i vigili urbani contestavano alcune irregolarità al Centro commerciale, l’altra perché doveva ricevere un milione di euro.
E lei in cambio ha chiesto un “piacerino”, sono cose normali in Italia, no?
No. Ho chiesto una cortesia ad un amico che non era il Direttore bensì la persona addetta a riscuotere gli affitti del Centro commerciale.
Cosa gli ha chiesto e come lo ha fatto?
Ho detto “visto che conosci tutti, puoi distribuire dei curricula non ai negozi ma all’agenzia interinale affinché questi ragazzi possano sostenere un colloquio e, se servono, possano essere assunti?”.
Non ho chiesto favori a nessuno, sono loro semmai ad avermi domandato perché il Comune non pagasse, come nel caso di Ihg.
Anche nel caso della clinica lei ha segnalato una ragazza. Può spiegare come andò?
Quando il Direttore mi disse di dover ancora incassare fatture per un milione di euro, rimasi sorpreso. Anche perché esiste un accordo, per cui se la Regione non paga è il Comune a dover anticipare.
E lei telefonò al dirigente alle Finanze. Una telefonata che la inguaia.
Ascoltatela quella telefonata per favore. In quella telefonata il dirigente mi dice: “C’è un problema, perché dovremmo avere dei soldi dalla Regione ma dobbiamo anticiparli noi”. Ripeto, rimasi sorpreso e chiesi al dirigente di sentirsi col commercialista della clinica.
Si raccomandò pure di non fargli fare brutte figure, o sbaglio?
Attenzione questo è un passaggio delicato: dissi di non farmi fare brutte figure perché dovevo capire cosa stava succedendo.
In che senso?
Correvo il rischio di andare in Default col Bilancio: se il Comune avesse dovuto anticipare avrei dovuto fare una variazione di Bilancio quindi lo dovevo sapere subito.
Ma non ho mai detto al dirigente “devi pagare”, come il pubblico ministero ha sostenuto nella sua requisitoria.
Si paga chi è giusto che sia pagato.
Fatto sta che il dirigente e il commercialista si sono sentiti per telefono, è stata rispettata la convenzione tra Comune e Regione e sono stati messi a disposizione, se non ricordo male, 50 mila euro al mese per chiudere la partita.
Questa sarebbe la mia corruzione? Io avrei detto ai funzionari di pagare?
Si è arrivati a una sentenza di colpevolezza che le contesta reati precisi, il più grave dei quali secondo la  Procura l’aver detto al dirigente di pagare.
E’ falso, non ho mai detto “devi”: io sono il datore di lavoro e se dico agli uffici “è giusto pagare chi ha fatto il proprio lavoro” non sto dicendo un’eresia.
Quando ha visto che il processo prendeva una certa piega perché non ha fatto un’opera di umiltà ammettendo le sue colpe e invece si è trincerato dietro lo schermo del processo politico?
Non mi sono mai trincerato dietro il processo politico.
Uno dei tre avvocati mi disse che forse mi conveniva patteggiare. Risposi: “Se ho sbagliato è giusto perché risolvo”, ma io non ritengo di aver sbagliato, ero e continuo ad essere convinto di non aver fatto nulla di male: non ho agevolato nessuno, non ho contrattato niente in cambio di niente, questo è il mio essere e lo sono sempre stato.
Quindi sono voluto andare a processo per dimostrare la mia totale estraneità ai fatti contestati. Non sono così stupido, se avessi riconosciuto di aver fatto un errore e mi si fosse offerta la possibilità di chiuderla avrei accettato di patteggiare.
E vorrei ricordare che non mi si accusa di aver fatto impicci per soldi.
Neanche per voti?
Il voto di scambio era l’ipotesi della Forestale che indagò sul caso, un’ipotesi contestata in aula.
Come?
Gli investigatori sostenevano che io avessi raccomandato l’assunzione della commessa all’Ipercoop per scambio di voti, giusto?
Sì.
Ebbene, la mamma della ragazza assunta venne da me 4 o 5 mesi dopo la mia seconda elezione del 2014. Nell’intercettazione io chiedo alla signora testualmente: “Abitate sempre a Bagni?”. E lei mi risponde: “No, è morto mio papà e da Bagni ci siamo trasferiti a Guidonia”.
E la signora aggiunge: “E’ la prima volta che ho avuto l’onore di votarti”.
Questa signora è una mia conoscente, chiamiamola anche amica, ci poteva stare che mi votasse indipendentemente dalle ideologie politiche, ma me lo ha detto mesi dopo.
Come fanno a contestarmi il voto di scambio a 5 mesi di distanza dalle elezioni?
Col senno di poi rifarebbe due anni tra domiciliari e divieto di dimora a Guidonia?
No.
Cosa farebbe?
Mi prenderei tutte le pene che la magistratura mi vuole dare anche l’ergastolo, lo preferisco ma almeno lo so.
Se ho sbagliato è giusto che paghi, ma ho solo tentato di aiutare persone in difficoltà perché un sindaco questo deve fare.
Troppa gente è venuta da me e io ho risolto tantissimi problemi perché è giusto così.
La sa un’altra cosa?
Cosa?
Io mi sono tolto i soldi di tasca per persone che non avevano la possibilità di pagare le bollette della luce, del gas e dell’acqua.
Ricordo che una signora senza reddito di Montecelio si lavava alla fontanella della piazza, i cittadini mi chiesero di aiutarla e io firmai una ordinanza nei confronti dell’Acea affinché le riallacciasse l’acqua in casa.
Ricordo anche il caso di un uomo di Pichini che si era fatto l’assicurazione per uccidersi perché aveva due bambini piccoli che non sapeva come governare. Ebbene per evitare che facesse atti inconsulti ho coinvolto tre o quattro studi tecnici per aiutarlo.
L’ho fatto come persona…
Sì ma lei era anche il sindaco…
Non mi frega nulla, sono una persona fatta così.
Forse avrei dovuto scindere la persona Eligio Rubeis dall’uomo delle istituzioni ma non è stato facile. La coscienza mi guida prima ancora che la carica istituzionale, una coscienza che ogni volta mi dice: “devi farlo”.
Ovviamente non ho mai tolto un centesimo o arrecato danni alla comunità e al Comune: se ho fatto qualcosa, l’ho fatto io e ne pago le conseguenze, c’è una sentenza che va rispettata e in Appello vedremo cosa succede.
Oggi il cittadino Eligio Rubeis parla a ruota libera, come non ha mai fatto da 5 anni a questa parte. Anzi il sindaco Eligio Rubeis dopo l’arresto del 20 luglio 2015 si avvalse della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia davanti al Giudice Alberto Cisterna.
In quella circostanza cercavamo di capire se mi si contestassero reati più gravi.
In realtà lei non ha mai parlato nemmeno coi giudici durante il processo e oggi lo fa, spiegando le sue ragioni.
Se potesse riavvolgere il nastro come si comporterebbe?
Parlerei davanti al Gip Cisterna e direi tutto quello che è a mia conoscenza, spiegando tranquillamente ciò che mi si contestava.
Qualcuno pensa che lei non abbia parlato anche per un orgoglio personale: è così?
No, mai.
E’ stata una strategia difensiva?
Al processo parla l’avvocato e segui la sua linea sennò ti difendi da solo.
Se potessi tornare indietro troppe cose cambierei e troppe cose farei, ma dopo è tutto più semplice.
Può essere che in quel momento l’uomo Rubeis avesse perso un po’ il contatto con la realtà?
Diciamoci la verità, una volta rivinte le elezioni, si è reinsediato a Palazzo Matteotti ed era dentro una cornice di poteri forti: aveva rapporti con gli imprenditori più quotati di Guidonia e Tivoli, aveva rapporti col Palazzo di Giustizia, al di là dall’essere di Forza Italia interloquiva con una certa continuità sia con la Provincia che con la Regione seppur governate da colori diversi dal suo.
Oggi diremmo che si era formata una “bolla” e molti cittadini sono convinti di un suo errore di superbia, gli stessi cittadini che raccontano di quando lei tornava da Bruxelles alle 6 del mattino, alle 10 faceva giunta e alle 13 andava a pranzo coi collaboratori.
Per questo grave errore come si giustifica davanti al Tribunale della Storia?
C’è un fondo di verità in quello che dice. Io avevo un forte rapporto con le istituzioni provinciali e regionali, un rapporto personale con lo stesso Nicola Zingaretti, ma anche con le istituzioni nazionali ed europee: insomma mi sapevo districare molto bene e credo di essere stato uno dei pochi sindaci che ha portato Guidonia nei rapporti istituzionali più alti. D’altronde i finanziamenti non li danno certo a caso.
Con la Procura feci un grande lavoro per la sicurezza territoriale, ricordo il Posto di Polizia nell’ex scuola di Villalba e la nuova caserma per la Guardia di Finanza all’Albuccione, per non parlare dell’incremento di personale nei carabinieri.
Tutto questo perché avevo forte il senso delle istituzioni.
Per cui se mi chiede se mi ero montato la testa e mi sentivo così arrogante, la risposta è no, però ero felice di aver conquistato un rapporto sincero con le istituzioni tutte, anche con quelle che poi mi hanno arrestato e giudicato.
Se abbinato a uno stress da superlavoro non pensa che si possa creare un distacco dalla realtà oggettiva?
Può essere, ma non l’ho vissuta perché ero felice di conquistare un gradino dopo l’altro.
Il potere è proprio far parte di un sistema relazionale di vertice, mica sistemare una persona.
Devo confessarle una cosa…
Cosa?
Che qualche ingranaggio si è rotto strada facendo, come succede in politica. Mi sono trovato in grossa difficoltà con le istituzioni regionali su alcune attività da fare su Guidonia.
Ma non aveva ottimi rapporti con Zingaretti?
Sempre ottimi rapporti, poi abbiamo avuto degli incidenti di percorso molto seri di cui parlerò nel processo di Appello.
Che fa? Ricommette l’errore di inimicarsi i magistrati?
Io non voglio inimicarmi nessuno, adesso mi devo solo difendere: oramai me li hanno dati 4 anni e mezzo, o mi difendo o li riprendo.
E’ possibile una riduzione della pena?
Può darsi pure…
Qualcuno dice che Rubeis si è fregato da solo e che a tutto pensava tranne all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Lei e i suoi legali non avevate ipotizzato che nella condanna ci potesse essere la pena accessoria?
Spero che i giudici lo possano capire. A me è successo di tutto, per due telefonate mi sono beccato 15 mesi di arresti domiciliari, non uno, quindici.
Senza contare che mi hanno dato pure 12 mesi di divieto di dimora nel comune di Guidonia. E mi è andata pure bene visto che il pm aveva chiesto l’obbligo di dimora a Sant’Angelo Romano, ovvero in un Comune dove non sono residente ma convivo.
Non sarei potuto andare in nessun’altra parte d’Italia, per fortuna il giudice ha rigettato la richiesta, manco fossi Toto Riina. Che avrò fatto di male? Io non ho rubato né ammazzato, ho sbagliato utilizzando quell’atteggiamento e voglio pagarla, ma non credo che qualcuno abbia pagato più di me rispetto a quello che ha fatto.
Ho sempre sperato in un pm che mi dicesse: “Ti condanno perché hai sbagliato e non lo avresti dovuto fare”. Ma il mio pubblico ministero in chiusura di requisitoria ha detto che se avesse potuto mi avrebbe dato di più.
E lei?
Sono rimasto basito, se avessi potuto rispondere mi sarei alzato e avrei parlato per due ore.
Rubeis, lei ritiene di essere stato un buon sindaco, di aver commesso errori, di aver pagato il prezzo e sperare in un processo d’Appello che riconsideri la vicenda per la realtà.
Come sindaco rivendica dei successi, ce li vuole riepilogare?
L’opera più importante che mi dà lustro, e non riesco a vedere, è il raddoppio della ferrovia: spero si realizzi in concomitanza con la Ryder Cup.
La metropolitana leggera e la stazione a Colle Fiorito li ho sempre sognati come architetto prima e li ho voluti a tutti i costi come sindaco dopo, perché volevo ricentrare una città satellite, piena di frazioni con tutti i relativi problemi.
Anche con l’università avevamo fatto dei progetti affinché un giorno Guidonia possa avere un centro vero, anche perché la passeggiata commerciale non c’è e bisogna andare necessariamente a Roma o a Tivoli.
E non possiamo pensare che il bar Lanciani sia il punto di aggregazione per la città, deve esserci qualcosa di più importante, una grande piazza come la stazione della metropolitana leggera in cui ogni giorno transitano 30 mila cittadini.
Oltre a questo?
Lo svincolo autostradale, importantissimo perché il nucleo industriale di Guidonia non è mai cresciuto.
Probabilmente nessuno ricorda che la città col sottoscritto è stata depurata al 95%, addirittura depuriamo anche Tivoli, visto che il suo depuratore non funziona e utilizza il nostro impianto di Ponte Lucano.
Quel depuratore l’ho realizzato io, sempre io ho fatto quelli di Setteville, Villanova e Marco Simone, che depura anche gran parte di Mentana e parte di Fonte Nuova.
Poi c’è la Ryder Cup del 2023…
Non ci dica che è merito suo anche questo, già tanti politici se ne fregiano.
Invece glielo dico. Ottenerla è stato un evento fortuito, ma c’è stato il grande impegno del sindaco Rubeis e della compianta Laura Biagiotti.
E non ho finito.
Ah no?
Eh no. Io ho fatto 11 scuole, di cui tre nuove e le altre ampliate in bioedilizia. Io ho riqualificato i centri storici di Guidonia e di Montecelio con 15 milioni di euro di finanziamenti europei. Abbiamo perso soltanto 6 milioni di euro a fondo perduto dall’Europa per rendere via della Selciatella transitabile ai mezzi pesanti: tutti mi hanno avversato, pure i rappresentanti dell’attuale amministrazione, che oggi si è resa conto di quanto la strada sia necessaria.
A proposito di grandi opere e strade, oggi non si riesce a tappare una buca.
Non si riesce perché un’amministrazione che da quasi 4 anni non progetta non può impegnare niente.
Eppure l’amministrazione Barbet ha speso più di mezzo milione di euro per chiudere le buche.
Con quella cifra non ci paga nemmeno le toppe di via Roma.
Quale suggerimento darebbe per ridisegnare questa città?
Tutta la zona sulla Nomentana, Colleverde, Vena d’Oro e Parco Azzurro, la cederei facilmente e velocemente a Fonte Nuova.
E perché non lo ha fatto lei?
Io l’ho sempre detto, quel territorio è troppo lontano. Piuttosto, ho visto di recente una forte ripresa nell’area industriale, parlo della media industria senza la quale non c’è artigianato.
Per l’area industriale è necessario cambiare la mentalità di assegnare il lotticino ad alcuni soggetti, come è sempre successo: basta vedere le proprietà dei terreni non edificati, sono di persone che non edificheranno mai e che hanno fatto una speculazione.
Tutto ciò non porta benefici a nessuno, quindi l’area industriale va rivista.
Come?
Intanto ampliare velocemente il Centro Agroalimentare Romano, affinché da terzo in Europa diventi il primo.
D’altronde i terreni circostanti al Car sono di proprietà della Regione Lazio socia al 40%. In secondo luogo il Comune deve entrare all’interno del Car, come proposi io al presidente e alla Regione.
Guardando alle elezioni del 2022, che tipo di amministrazione dovrebbe subentrare?
Perché le forze politiche non cominciano a confrontarsi per presentare un programma realistico con candidati che possano convincere davvero l’elettorato a schierarsi da una parte o dall’altra?
Perché non si discute su un un progetto da realizzare nei primi due anni indipendentemente da chi vince le elezioni?
Intanto va trovato un sindaco che di amministrazione sappia: li abbiamo provati tutti, non è importante se di destra o sinistra, conta il programma, ma ci deve essere un sindaco capace ed esperto di amministrativa e politica.
Molto spesso si pensa alla società civile, ma ditemi: i bravi chi sono?
Il problema è che manca la politica, noi abbiamo creato una generazione di politici che hanno fatto la rincorsa a sistemare gli affarucci propri, e che non hanno pensato a tutto questo.
Il Centrodestra chi? Il Centrosinistra quale? Se non hanno la capacità di opporsi a un sindaco che sta facendo un casino: manca innanzitutto chi sa fare politica e amministrazione.
Lei ha qualcuno in mente?
Ci sono persone capaci in questo territorio che stanno al Centro.
Quale Centro? Anche lei è passato col Polo Civico?
No, io sono democristiano e non ho mai creduto alla civiche, se non alla mia quando ero sindaco. Credo alle persone, affiancate dalla politica che vuole costruire.
Alle elezioni del 2017 io che non ho mai votato a sinistra, eppure ho chiesto di votare il candidato sindaco del Pd che è un partito di governo. È il coraggio che ci manca molto spesso in queste scelte. (Ma. Sa.)
L’ACCUSA – Secondo i giudici imponeva ai privati l’assunzione degli amici
Strumentalizzava la funzione pubblica per imporre ai privati l’assunzione di persone da lui indicate. In due righe le motivazioni per le quali il Tribunale di Tivoli il 15 maggio 2019 condannò l’ex sindaco Eligio Rubeis a quattro anni e mezzo di reclusione per corruzione e induzione indebita a dare o promettere utilità.
Due gli episodi contestati.  Il primo riguardava l’assunzione di una 26enne di Villalba all’Ipercoop presso il centro commerciale “Tiburtino”. Secondo la Procura, la struttura aveva una pregressa situazione di abusivismo commerciale da regolarizzare, l’allora direttore fu intercettato nell’ufficio dell’ex sindaco mentre illustrava il piano di rimodulazione degli spazi commerciali di vendita per superare l’irregolarità, un lavoro che richiedeva tempo e che per questo il manager avrebbe chiesto a Rubeis di tenere lontana una vigilessa considerata particolarmente zelante nei controlli e nei verbali.
Il sindaco lo rassicurò, ma al tempo stesso chiese se la 26enne di Villalba fosse stata assunta come richiesto in precedenza.
La giovane fu “sistemata” all’Ipercoop non prima dell’ennesimo “sollecito” di Rubeis. “Fatela chiamà, se no porco D… ‘sto centro pijo e glielo chiudo, eh”, è l’intercettazione telefonica del 10 marzo 2015.
Il secondo capo di imputazione di corruzione riguardava un’altra assunzione e vide come “favorita” una 29enne di Villanova, già candidata alle elezioni di maggio 2014 nella lista civica di Rubeis. La ragazza aveva sostenuto un colloquio con l’Italian Hospital Group come infermiera, ma per avere più chance il 19 maggio 2015 si fece accompagnare nell’ufficio del sindaco da un ex assessore donna.
Durante l’incontro Rubeis al telefono contattò il Direttore sanitario della casa di cura esponendogli la situazione. L’indomani il manager lo richiamò rassicurandolo sull’assunzione e chiedendo al sindaco di attivarsi per mandare in pagamento alcune fatture scadute per un totale di 900 mila euro, una parte rispetto ad un credito complessivo di un milione 329.607 euro e 73 centesimi.
Sempre secondo l’accusa, l’ex sindaco lo tranquillizzò e contattò l’allora dirigente alle Finanze Gilberto Pucci per sollecitare la liquidazione, ma il funzionario gli fece notare che sussistevano alcuni problemi e l’ex primo cittadino ribadì: “Paga, sennò ci faccio brutta figura”.
La clinica fu liquidata e la candidata assunta. (ma. sa.)
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