Nell’aprile del ’79 la prima dei Duran Duran

Quando le ragazze volevano sposare Simon Le Bon, fra scene di isteria collettiva e svenimenti che non si vedevano, in Italia, dai tempi dei Beatles  

Mentre Margareth Thatcher è impegnata nella parte finale della campagna elettorale destinata a conferirle la carica di primo ministro del Regno Unito, a Birmingham (Lecture Theatre) c’è una band poco nota destinata a diventare un simbolo degli anni ’80: i  Duran Duran. Il gruppo nel corso della sua storia ha venduto oltre cento milioni di dischi in tutto il mondo, fra album e singoli, piazzato oltre venti singoli nella Billboard Hot 100 e circa trenta nella Top 40 del Regno Unito. I loro pezzi rappresentano senza dubbio la colonna sonora degli anni ’80, su tutti primeggiano Wild Boys e Save a Prayer. Una delle loro peculiarità è stata sicuramente l’isteria collettiva, che riuscivano a scatenare. Il vocalist del gruppo: Simon Le Bon, è il “protagonista” del film italiano “Sposerò Simon Le Bon”. L’opera è tratta dall’omonimo romanzo di Clizia Gurrado, pubblicato nell’ottobre 1985, che narra la storia della sedicenne Clizia, fan sfegatata dei Duran Duran e in particolare del suo leader. Nello stesso anno del film la band è ospite a Sanremo e prima dell’arrivo sul palco dell’Ariston, accadono scene di isteria collettiva e svenimenti che non si vedevano, in Italia, dai tempi dei Beatles. Il quintetto di Birmingham è capace di creare isterismi di massa e mandare in delirio tutto il pubblico, soprattutto quello femminile. Dagli appostamenti sotto gli alberghi per attendere l’uscita dei propri idoli alle lunghe attese dietro i cancelli al termine dei concerti o addirittura gli inseguimenti con i motorini solo per incrociare un loro sguardo. Sono i ragazzi degli anni Ottanta, “alimentati” anche da Mtv e da una rinnovata cultura televisiva. Quella dei Duran Duran è davvero una storia senza fine dato che al termine del “decennio dell’effimero” non hanno smesso di produrre e di organizzare tour, con il pubblico ancora delirio. I Duran Duran sono proprio come gli anni ’80, non finiscono mai.

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