La Nazionale italiana senza “star” trionfa con il gruppo ed il gioco

Una nazionale italiana di calcio senza star non si vedeva da tempo. In comune rispetto ai magnifici anni dei Vieri, Totti, Del Piero, Baggio, Nesta, solo per citare alcuni tra i più grandi nomi che hanno indossato recentemente la maglia azzurra, la rosa attuale sembra avere solo il colore della maglia. Eppure molte di quelle nazionali hanno fallito mentre la rosa scelta da mister Mancini vince e, sopratutto, convince.

BELGIO O SAN MARINO

Si attacca, a prescindere che davanti ci sia il Belgio o San Marino. A prescindere se sia un’amichevole, una partita di qualificazione o un quarto di finale degli europei.

Si difende ordinatamente e, sopratutto, sempre con l’idea propositiva di tornare subito nella metà campo avversaria. Anche quando si è in vantaggio per 2 a 1 contro i temibili Diavoli Rossi.

Si soffre il giusto, senza inutili e dannosi fortini costruiti in area di rigore.

GIOCO E GIOCATORI

Da buon selezionatore Mancini ha saputo costruire un gruppo solido, scegliendo il meglio di quel che il campionato italiano aveva da offrirgli. Le immagini dei giocatori che intonano un coro per Spinazzola sull’area di ritorno dopo i quarti contro il Belgio, ed il clima teso descritto da Gravina al termine del match di venerdì, descrivono meglio di mille parole la compattezza di questa squadra.

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Mancini, poi, calato nel suo sistema di gioco degli interpreti che, diligentemente e con umiltà, seguono le indicazioni. Ed il risultato sul campo si vede.

Ha puntato su alcuni elementi che si stanno rivelando decisivi. Dal regista Jorginho alla freccia azzurra Spinazzola, un elemento di straordinaria importanza ed il cui infortunio creerà non pochi problemi. Da Insigne alla B-C, la coppia Bonucci – Chielini che si conferma un muro difficile da valicare o aggirare. Da Barella alla staffetta Berardi – Chiesa, e si potrebbe continuare elencando tutti i giocatori scesi in campo fino ad oggi. Tutti i convocato stanno dando il massimo, senza risparmiarsi al contrario di quanto fatto vedere in passato da altri interpreti più blasonati.

IL PRIMO TROFEO DI MANCINI

In attesa di vedere come finirà questa avventura europea, però, il Ct un primo trofeo l’ha già vinto. Ha contribuito a ricreare intorno alla nazionale un entusiasmo che non si respirava da anni, anche da prima della sciagurata mancata qualificazione ai mondiali di Russia. Oltre ad aver lavato quell’onta, Mancini senza proclami ha riacceso la passione di tanti.

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VERSO LA SPAGNA

Il prossimo match sembra racchiudere una sfida nella sfida. Da una parte una nazionale che ha vinto tutto negli ultimi anni ed ora sta affrontando un momento di transizione. Nell’altra metà del campo, invece, una nazionale che dalle ceneri della gestione Ventura è rinata e sta viaggiando con il vento in poppa.

Oltre a giocarsi l’approdo per la finale la gara di martedì potrebbe segnare un’epoca calcistica. Se il recente passato è stato tinto di rosso, tra le maglie della Spagna e del Belgio, il futuro sarà azzurro? Lo scopriremo tra qualche giorno ma, intanto, in bocca al lupo a Spinazzola.

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