Addio Zaki precipitato dal cielo di Kabul

Era una promessa del calcio afghano

Fuga mortale

“Sei tu il pittore del tuo destino, non lasciare che siano gli altri a decidere per te”.

Così a fine giugno postava su Fb il giovane Zaki Anwari, uno dei due «falling men» afghani precipitati lunedì 16 agosto dall’aereo militare americano decollato dallo scalo Hamid Karzai di Kabul. La sua morte è stata confermata dalla Direzione Generale per lo sport e l’educazione fisica del Paese.

Anwari aveva tentato la fuga aggrappandosi al C-17 statunitense che a Ferragosto aveva trasportato sane e salve 640 persone.

Alcuni filmati presi da diverse angolazioni hanno mostrato al mondo due sagome precipitare a terra da centinaia di metri d’altezza dopo che il pesante velivolo aveva lasciato il suolo afghano.

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Residente a Kabul, Zaki frequentava la Esteghlal High School ed era una promessa del calcio. Aveva esordito con le nazionali giovanili a 16 anni. I media locali raccontano che il ragazzo seguiva la serie A e la Premier commentando i risultati su Fb dove teneva un diario delle sue ambizioni. Ora i social sono pieni di messaggi di cordoglio. Il suo allenatore scrive: “Abbiamo perso un tesoro. Sarà ricordato”. Sono in molti a chiamarlo «fratello» e a ringraziarlo.

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