Rivoluzione rosa in Vaticano

Guardie papali al femminile

Assenso del Papa

La riforma non è proprio dietro l’angolo ma, se fosse attuata, sarebbe una piccola rivoluzione nel cuore del Vaticano: guardie papali al femminile.

A lanciare la notizia sono stati i media svizzeri che riferiscono di un progetto di oltre 54 milioni di euro da investire in nuovi spazi da adibire alle donne alabardiere.

Nella nuova caserma delle Guardie svizzere, che dovrebbe essere completata nel 2026, sono infatti previste anche stanze singole con bagno privato e non soltanto camerate comuni.

Per modificare un requisito del genere sarebbe però necessario l’assenso da parte dello stesso Pontefice nonché superare una tradizione ormai radicata in oltre 500 anni di storia.

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I requisiti per candidarsi sono piuttosto rigorosi: essere uomo, necessariamente di cittadinanza svizzera, cattolico praticante, celibe e sotto i 30 anni. Ci si può sposare solo dopo 5 anni di servizio garantendo la permanenza nel Corpo per altri tre anni. Il servizio dura almeno 26 mesi. L’esercito vaticano, 135 persone secondo il piano organico deciso con l’ultima riforma, ha visto quest’anno giurare 34 nuove reclute, quattro in meno rispetto al 2020.

Oltre a vitto e alloggio, ogni Guardia svizzera riceve circa 1500 euro al mese. La possibile apertura alle donne, potrebbe essere legata alla minore attrazione per i giovani svizzeri di diventare gli angeli  pontifici: da una parte pesa il calo demografico e dall’altra proprio il fattore economico. Lo stipendio percepito infatti è decisamente inferiore rispetto a quello che un giovane qualificato può guadagnare in Svizzera.

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