economia

Ripresa mondiale zoppicante: lo pensa il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale

Fuori dal coro positivo (soprattutto quello italiano) Kristalina Georgieva, che ha definito il quadro macroeconomico globale costellato di molte ombre e poche luci. Se ne può uscire con una immunizzazione di tutti, anche nei paesi più poveri

Insomma, a chi credere davvero? Al Governo italiano che parla di economia in salita rapida e alla Commissione Europea che lancia segnali positivi in tutti i settori, o al direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva? Lei, durante un incontro organizzato dal T20 Summit (cioè diversi tipi di associazioni e gruppi di esperti internazionali), non ha fatto mistero su come il quadro macroeconomico complessivo sia costellato di luci e ombre, soprattutto per le divergenze tra i vari paesi a proposito delle vaccinazioni le quali, a conti fatti, sono un elemento essenziale per la crescita. Ma se solo alcune nazioni hanno la possibilità di accedere ai vaccini, e bene, come è possibile che tale crescita possa effettivamente avvenire a livello globale? Per il direttore Georgieva, infatti, proprio il non facile accesso ai vaccini porterà i paesi poveri a esserlo ancora di più, senza alcuna possibilità di risollevarsi. Serve una immunizzazione globale, ha detto ancora Georgieva, per stoppare la tragedia sanitaria in atto. Davanti a tutto ciò, intanto, il Fondo Monetario internazionale, dovrà per forza rivedere al ribasso il tasso di crescita mondiale previsto al 6% per l’anno in corso. Ma solo nel 2022 i paesi avanzati potranno riavere un livello di sviluppo come quello di pre-pandemia, mentre i più poveri potranno arrivarci tra molti più anni. Preoccupazione, per Georgieva, anche dall’inflazione, con conseguente attuale aumento dei prezzi pure per i generi alimentari. Per tacere del debito pubblico globale, giunto al 100% del Pil e che provocherà divari sociali-politici-economici nelle varie parti del globo. Come se ne esce? Vaccinare tutti e portare avanti politiche pubbliche di sostegno a chi non ce la fa.

 

 

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.