Quando i tiburtini “danno i numeri”

A Tivoli c’è chi entra nel tabacchino dopo aver lasciato tranquillamente la macchina in doppia fila.

Il gioco è presente nella vita dell’uomo fin dalla notte dei tempi. Il gioco, quindi, precede la cultura e non possiamo non ricordare che animali e bambini giocano istintivamente. L’attività ricreativa è presente nel nostro DNA e gli esperti sostengono che i bisogni creativi dell’uomo derivino dall’impulso di giocare. Perciò, osservare diversi tiburtini in attesa di una vincita riflette senza dubbio la natura dell’uomo. A Tivoli c’è chi entra nel tabacchino dopo aver lasciato tranquillamente la macchina in doppia fila per andare spedito dal tabaccaio, uscire in un lampo, salire in auto e cercare con voracità sfregando la “scheda” l’attesa vincita. Tempo due minuti e la scena di ripete, come su un set cinematografico. C’è pure chi gioca ed attende ingannando i numeri con un cruciverba al bar, gustando un buon caffè oppure fumando nervosamente una sigaretta. Non manca l’elegante e apparentemente raffinata signora bionda che all’uscita inveisce contro la sorte, per la vincita mancata. Non manca neppure la donna anziana, che “incantata” dalla possibilità di rientrare nel mini appartamento in affitto con una cifra a diversi zeri scarica le buste della spesa all’ingresso del tabacchino, con il titolare costretto a richiamarla. “Il carattere delle persone non si rivela mai così chiaramente come nel gioco” ha affermato lo scrittore russo Lev Tolstoj.

FGI

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