GUIDONIA - Rifiuti, anche il Consiglio di Stato riapre la strada per l’impianto

Il sindaco continua a spendere soldi pubblici in incarichi legali per difendere la sua ordinanza scritta coi piedi, ma il risultato è sempre lo stesso: via dell’Inviolata va bonificata e riaperta. Sempre più vicina l’apertura del Tmb.

La chiusura di via dell’Inviolata era un atto scritto coi piedi, per questo un mese fa il Tar del Lazio lo aveva annullato disponendo la riapertura dell’unica strada di accesso all’impianto rifiuti Tmb della “Ambiente Guidonia”, società del gruppo dell’imprenditore Manlio Cerroni. Eppure il sindaco di Guidonia Montecelio Michel Barbet non sembra convinto, tant’è che ha incaricato un legale esterno di far annullare quel provvedimento.

Oggi, mercoledì 10 novembre, anche il Consiglio di Stato ha ribadito al Capo dell’amministrazione giallo-rossa che la sua unica preoccupazione deve essere quella di garantire la bonifica dei rifiuti presenti in via dell’Inviolata e riaprirla al traffico veicolare. E’ quanto emerge dal decreto numero 6071 firmato dal Presidente della Quinta Sezione del Consiglio di Stato Carlo Saltelli che ha respinto l’istanza di misure cautelari monocratiche.

Il Comune, attraverso l’avvocato Xavier Santiapichi, aveva richiesto al supremo tribunale amministrativo la riforma dell’ordinanza numero 5510 del 14 ottobre, con la quale i giudici del Tar avevano accolto la domanda della “Ambiente Guidonia Srl” per annullare l’ordinanza numero 190 firmata il 4 agosto dal sindaco Barbet per la chiusura di via dell’Inviolata, strada di proprietà della Città Metropolitana di Roma.

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“Allo stato – si legge nel Decreto del Presidente Saltelli – in considerazione degli interessi in gioco e del loro necessario contemperamento, nonché della pacifica risalenza della situazione di abbandono di rifiuti nell’area di circolazione, non paiono sussistere i presupposti della estrema gravità ed urgenza tale da non consentire neppure la dilazione fino alla camera di consiglio, ferma in ogni caso il potere/dovere dell’amministrazione comunale di adottare se necessario ogni altra eventuale misura adeguata e appropriata, diversa da quella oggetto di contestazione, a tutela dell’igiene, della salute pubblica e dell’incolumità pubblica e privata”.

La questione verrà dibattuta nell’udienza del prossimo 16 dicembre, ma l’esito appare già scontato. La sentenza per la definizione del giudizio relativo alla chiusura di via dell’Inviolata sarà emessa invece il 14 gennaio 2022. Con l’ordinanza del 14 ottobre, i giudici del Tar hanno censurato il comportamento del sindaco perché con la chiusura “preclude l’accesso al Tmb dei mezzi per il conferimento dei rifiuti, impedendo così l’ordinario e legittimo esercizio dell’attività di trattamento dei rifiuti autorizzata legalmente, avente carattere essenziale e rispondente ad interessi pubblici di primario rilievo”.

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I giudici hanno anche rincarato la dose nei confronti di Barbet, evidenziando che l’abbandono di rifiuti in via dell’Inviolata da parte di ignoti è nota da tempo all’amministrazione 5 Stelle, la quale non solo non ha utilizzato gli strumenti previsti dall’ordinamento per fronteggiare la situazione riscontrata, ma non ha neppure ritenuto di autorizzare la società “Ambiente Guidonia” a provvedere alla rimozione dei rifiuti, eliminando così i presupposti all’ordinanza di chiusura. In quel caso il Comune è stato condannato a pagare mille euro per le spese di giudizio oltre accessori di legge.

Vale la pena ricordare che nel frattempo la società “Ambiente Guidonia Srl” ha citato il sindaco Barbet davanti all’Organismo di Mediazione per una presunta diffamazione aggravata attraverso i comunicati pubblicati sulla sua pagina istituzionale.

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