appuntamento coi rincari

Appuntamento coi rincari

Cosa succede da questo punto di vista in uno dei settori che rimane al top nel nostro territorio, quello del travertino?

Per qualche tempo, dopo il lockdown e il peggio del Covid, il settore del travertino, spinto anche dagli incentivi legati alle costruzioni, in primis il superecobonus del 110%, è davvero in ottima forma. Poi, da qualche mese in qua le cose iniziano a cambiare. Le materie prime scarseggiano e, quando si trovano, i costi sono altini. A questo si associano i prezzi dell’energia che sorpassano ogni limite, per arrivare ai giorni nostri, con l’economia che tira il freno, mentre il Governo cerca di trovare soluzioni efficaci per intervenire ad alleggerire le bollette pesantissime per cittadini e imprese. Come se la stanno cavando adesso quelle del travertino? Lo abbiamo chiesto a uno che se ne intende, l’imprenditore (ed ex sindaco di Guidonia) Filippo Lippiello, presidente del Centro per la valorizzazione del travertino. Conferma subito che l’impatto dei rincari energetici è tanto, ma che bisogna operare alcuni distinguo, tra aziende energivore e quelle in cui l’impegno energetico è medio alto. E tutto dipende dal tipo di contratto che stipulano con i diversi fornitori. Prima del 2021, soprattutto le aziende con maggior consumo di energia, come sono quelle del travertino, hanno optato per il libero mercato, con tariffe che cambiano a seconda delle oscillazioni della Borsa elettrica, con incrementi e decrementi giornalieri. Fino a un certo punto, la situazione è vantaggiosa; ma da marzo il prezzo energetico raddoppia, triplica, quadruplica. Chi aveva “fiutato” un cambiamento di rotta (circa il 90% delle aziende del territorio), si è sbrigato a ritornare ai tradizionali contratti a tariffa fissa, al cosiddetto mercato tutelato, per contenere i rincari. Il fatto è però che anche stipulare questi tipi di contratto ha un risvolto pesante, poiché rispetto a gennaio 2021, presentano un conto diverso, cioè un costo dell’energia raddoppiato. Come si sa, i rincari hanno ripercussioni non solo nel ciclo produttivo, ma su tutti i beni di consumo, specialmente quelli metallurgici ed elettronici. Agganciando questo alla mancanza di buona parte delle materie prime, lo scenario non è dei migliori.

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Ma si riesce a contenere i prezzi finali?

Quello lo determina un po’ il mercato, rivela Lippiello. “Uno può fare tutti gli sforzi del mondo ma poi dipende se l’utente finale lo recepisce: posso pure raddoppiare il prezzo del prodotto davanti a questi aumenti ma se poi nessuno lo vuole, se non se lo può permettere? Non avrebbe senso, anche se comunque qualche incremento se pur parziale c’è stato, perché sarebbe una follia produrre in remissione”.

Come è possibile cavarsela con questi aumenti?

“Noi ce la caveremo se il mercato tira e quindi è espansivo. Ottimizzando i processi, riusciamo a stare a galla”, dice l’imprenditore che nota come siano state varate misure che hanno dato una scossa all’economia: il 110% di cui si diceva prima, ad esempio, in grado di movimentare l’edilizia e anche il comparto del travertino.

Quest’anno l’economia poteva fare un balzo enorme, ma il freno dell’energia e l’approvvigionamento delle materie prime hanno rovinato tutto. Se non ci fossero stati, si volerebbe”, sottolinea, aggiungendo che “il discorso degli aumenti è l’effetto di una tensione socio-economico-politica tra i paesi da dove vengono veicolati il gas e l’energia, un braccio di ferro tra le super potenze che non fanno più la guerra con i cannoni ma in questo modo”.

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Una ripresa precaria

Tiburno chiede a Lippiello la sua visione per il futuro. Risponde così: “Ci vuole un sistema paese in cui ci sia dialogo tra le varie istituzioni e il mondo economico, per non fare passi falsi, perché c’è una grandissima precarietà in questa ripresa. Si potrebbe puntare sui settori forti del paese, noi siamo sempre stati tra questi, se ci fosse dietro una politica di programmazione economica che riesca a prevedere gli scenari o a crearli. Allora la vedo estremamente positiva. Quando le cose sono fatte con criterio, possono ricominciare l’occupazione e gli investimenti. Negli anni passati non c’è stato questo impulso. Oggi un po’ ce n’è. Ma è minato da un sistema burocratico che non offre certezze alle imprese che quindi fanno fatica a investire e a dare occupazione. È vero che c’è una manovra economica espansiva, ma è limitata nel tempo, e invece dovrebbe essere proiettata almeno in una prospettiva da qui a cinque anni, per avere risultati concreti”.

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