Patrizia Gaboardi, una tiburtina nostalgica

Lettera d'amore per Tivoli e per la magia della sua acqua

Sono nata a Tivoli, ma da tempo risiedo ad Alghero; come tutti coloro che vivono lontani da casa, si soffre un pochino di nostalgia e quando ritorno dalla mia famiglia è d’obbligo andare a trovare il mio vicino di casa “l’Imperatore Adriano”, facendo lunghe passeggiate nella sua bellissima dimora, esplorandola come se fosse la prima volta. Passo dopo passo viene spontaneo aprire cassetti della memoria e sorridere al pensiero della “prima gita” dell’asilo con le suore che ci tenevano rigorosamente sott’occhio, tutti entusiasti, mano nella mano ed in fila ordinata, ci recavamo nella Villa. Dopo tutto dovevamo solo attraversare la via Tiburtina, fare una breve passeggiata, et voilà! arrivati.

Ci sembrava l’avventura delle avventure, quelle da ricordare attimo per attimo, quelle con il panino e il succo di frutta nello zainetto che avevano un sapore diverso.

Le gite alla villa di Adriano

Così pure accadde alle scuole elementari e medie, età diverse ma sensazioni identiche, con l’unica differenza che vi era la presenza della prof.ssa di Storia dell’arte che ad ogni angolo spiegava, raccontava, chiedeva pareri. Ma la Villa di Adriano, col distacco, rappresenta in me un parente al quale si è particolarmente legati e che quando si è in zona, si deve assolutamente andare a trovare, cascasse il mondo!

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La nostalgia dell’acqua

La nostalgia di cui parlo ha altre forme: l’acqua! Mi riferisco a quell’acqua che emana degli odori impercettibili per chi la vive, apparentemente scontata e per nulla rumorosa per chi ci si abitua, è la routine appunto. Chi ci fa caso?! Per i nostalgici come me che da quei luoghi ci si è allontanato il suono, l’odore e la presenza costante dell’acqua, è molto di più.

Acqua, il filo conduttore delle emozioni sensoriali che attribuisco ai miei luoghi: acqua che sgorga con ritmi prestabiliti dalle fontane monumentali; acqua che scorre senza sosta dalle fontanelle di ogni rione, quelle che, solo per il fatto di esserci, ti invitano al bere. Acqua che con potenza e sinuosità attraversa la città; acqua popolata di oche, anatre, libellule e branchi di pesci. L’Aniene e la Grande Cascata di Villa Gregoriana, elegante e maestosa, che quando è in piena la si sente da lunga distanza. Persino al forte odore delle acque albule si può essere nostalgici!

L’odore e il suono dell’acqua

L’odore ed il suono dell’acqua, l’imprevedibilità ed i giochi d’acqua. Magia, ritmo, frastuono con tutta l’atmosfera che costeggia il fiume ad est della provincia romana, ruota intorno all’acqua.
Sembra scontato e secondario, per qualcuno anche banale,ma appena ci si è lontani e non si ha più nelle orecchie, tra i propri pensieri, quell’acqua che scorre … si prova una strana sensazione di vuoto difficile anche da descrivere eppure, quando ritorno ad Alghero, questo è ciò che mi manca maggiormente di casa.

Ma sono una persona fortunata, è destino che la mia vita ruoti attorno all’acqua; ho trovato ad Alghero un’altra forma d’acqua, con la stessa potenza emozionale, qui nessuna fontana monumentale, niente zampilli spettacolari né tantomeno fontanelle, ma un’enorme vasca piena di colori e vita: il mare.

Calmo, agitato, profumato, limpido … il mare muta di continuo e quando è in burrasca svela una danza senza eguali. Ed il mio cuore si lascia trasportare a largo e si riappacifica con il mondo. Patrizia Gaboardi

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