GUIDONIA – Pedofilo in permesso premio: messaggio su Facebook a uno dei bambini abusati

A Pasqua i saluti da un profilo intestato ad una parente di Joe Rocchi, animatore di feste per bambini

“Ciao. Non so se ti fa piacere, ma ti saluta Joe.

Giuseppe Rocchi, l’animatore di feste per bambini condannato a 20 anni per pedofilia

 
 

Il “Joe” citato è Giuseppe Rocchi, il 55enne di Villanova di Guidonia animatore di feste per bambini condannato dal Tribunale di Tivoli a vent’anni di carcere per abusi sessuali su minori (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Quel messaggio è stato inviato da un profilo Facebook registrato a nome di una familiare di Rocchi e indirizzato su Messenger a Mario (il nome è di fantasia, ndr), un ragazzo che oggi ha 21 anni ed è stato l’ultimo in ordine di tempo degli 11 bambini maschi violentati dal pedofilo.

Secondo le prime informazioni raccolte dal quotidiano on line Tiburno.Tv, il fatto è stato denunciato martedì scorso 22 aprile dal giovane agli agenti del Pool antiviolenza del Commissariato di Tivoli che a luglio del 2016 arrestarono l’animatore per aver adescato e abusato in più di dieci anni di una rete di piccoli con la scusa di giochi e party per bambini.

Saranno gli investigatori ad accertare se si tratti di un profilo falso o meno e a risalire a quando, dove e soprattutto da chi sia stato creato l’account.

Joe Rocchi con lo staff di piccoli artisti che lo accompagnavano alle feste per bambini

Al momento l’unica certezza è che il messaggio è stato recapitato al 21enne di Guidonia alle ore 23,05 di domenica 20 aprile, il giorno di Pasqua.

Stando sempre alle prime informazioni raccolte dal quotidiano on line Tiburno.Tv, quel giorno Giuseppe Rocchi era in permesso premio agli arresti domiciliari in una casa di proprietà situata in un piccolo borgo a 60 chilometri da Guidonia Montecelio, lo stesso paese dove nel 2015 l’uomo abusò del ragazzo oggi 21enne dopo averlo narcotizzato e bendato.

Si tratta soltanto di coincidenze?

Chissà.

Ad accertarlo saranno i poliziotti del Commissariato di Tivoli, anche se il ragazzo che lo ha ricevuto non sembra avere molti dubbi.

Giuseppe Rocchi in uno dei suoi travestimenti durante gli spettacoli

“Sinceramente non me lo aspettavo – spiega Mario, il 21enne di Guidonia che ha denunciato il caso – Leggendo il messaggio, si capisce che a scriverlo sia stata la sua familiare.

Io non so se il messaggio mi sia stato davvero inviato da questa donna su indicazione di lui e se questa donna faccia parte del suo gioco.

E non so neppure se lui abbia creato un profilo falso per mandarmi i messaggi.

So soltanto che in permesso lui non era autorizzato ad avere il telefono in mano”.

Mario, hai risposto a quel messaggio?

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“No…”.

Cosa hai fatto?

“L’ho fatto presente al mio avvocato e poi sono andato alla Polizia… se la vedono gli agenti.

L’ho detto anche ai poliziotti e lo ribadisco: se dopo dieci anni di carcere non si è calmato e sta cercando le sue vittime, una volta che esce definitivamente dal carcere cosa combina?

A me non può fare più niente, se lo becco per strada non so cosa gli faccio.

Ma è possibile che vada ad adescare altri bambini?”.

Giuseppe Rocchi è stato riconosciuto colpevole di aver abusato di 11 minori maschi

Quali sentimenti hai provato nel leggere quel messaggio?

“Ho subito pensato che fosse lui e sul momento il mio primo pensiero è stato quello di chiedergli la posizione, raggiungerlo e riempirlo di botte…”.

E invece?

“Invece poi ti rendi conto che queste cose non si possono fare, ci pensi due volte e dici: quando uno nasce malato cosa gli puoi fare?”.

Come hai conosciuto Joe Rocchi?

“Avevo 11, 12 anni: lo conobbi attraverso Antonio (anche il suo è un nome di fantasia, ndr), il più grande del gruppo di bambini abusati, lui già lavorava da tempo insieme a Giuseppe. Io ho partecipato a pochi spettacoli che organizzava, quando mi portava con sé mi diceva di dire alla gente che lui era mio zio per non destare sospetti”.

Quanto è durato il tuo rapporto con Joe Rocchi?

“Circa 7 o 8 mesi nel 2015, fino a quando Antonio ha denunciato e nel 2016 la Polizia lo ha arrestato”.

Secondo il Tribunale di Tivoli, Giuseppe Rocchi ha una indole disumana e calcolatrice

Secondo il Tribunale di Tivoli che lo ha condannato, dietro la propria apparenza gioviale, gentile, premurosa e rassicurante Giuseppe Rocchi nascondeva una indole disumana e calcolatrice (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Nessuno ha mai sospettato chi fosse veramente?

“Sinceramente no…”.

Come hai superato il trauma?

“All’inizio mi è stato difficile, però grazie a Dio mi sono rialzato.

Devo dire grazie alla mia famiglia, a mio padre, a mia madre, ai fratelli, alle sorelle e a chiunque ho avuto vicino a me.

Non posso negare che ogni tanto non ci penso: il pensiero c’è ancora, non riesci a toglierlo dalla mente neppure dopo dieci, venti o trent’anni.

Però piano piano cerchiamo di passare avanti”.

Hai avuto bisogno di un percorso psicologico?

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“Se non ricordo male, ho fatto 3 o 4 sedute da una psicologa…”.

Poi hai lasciato?

“E poi ho lasciato, sì…”.

Per volontà tua?

“Per volontà mia, sì…

Mi vergognavo…

E’ una cosa che non puoi andare a dire a tutta la gente quello che è successo…”.

Quella vergogna la provi ancora?

“Guardi, sinceramente un po’ sì…

un po’ perché sa com’è…

al giorno d’oggi la gente non dice: “Andiamo ad aiutarlo”. La gente ti critica, c’è gente che dice: “Quello là è stato abusato”…”.

Al di fuori del circuito familiare ne hai mai parlato con un amico, un’amica o una fidanzata?

“No, no, mai…

Sono fidanzato da quasi due anni, ma mi creda… lei non sa niente…

Sono cose private, non posso andare a dirle quello che ho subito…”.

Cosa provi per Giuseppe Rocchi?

“Cosa posso provare? Mi viene solo da picchiarlo: vorrei che provasse le stesse cose che ci ha fatto subire a noi ragazzini”.

Cosa pensi del fatto che dopo 9 anni di carcere Rocchi abbia ottenuto un permesso premio, come prevede la legge?

“Secondo me hanno fatto male a concedergli dei permessi di uscita, perché uno psicopatico mentale come questo pezzo di m… ancora non si è calmato, ancora vuole fare giochetti e giochini e magari adescare altri bambini.

A parer mio non se lo merita, avrebbero fatto meglio a dargli la condanna dell’ergastolo per farlo stare tutta la vita in carcere.

Se dopo 9 anni di carcere ha ancora in testa il nome mio e degli altri bambini abusati, se si impegna a cercarmi su Facebook e non so neppure come abbia fatto a trovarmi perché non credo sia stato semplice, se manda messaggi e ancora fa il buffone pensando di fare altre cazzate, a parere mio lo Stato italiano deve mantenerlo rinchiuso in carcere finché non scoppia”.

Durante il processo Rocchi sostenne che amava voi bambini abusati.

“Amava… è un termine che usa lui perché ancora oggi non si vuole assumere la responsabilità di quello che ha fatto a noi e non lo riconosce”.

Teoricamente Rocchi dovrà restare in carcere altri dieci anni: se tu dovessi incontrarlo per Guidonia e zone limitrofe come ti comporteresti?

“Se ci arriviamo tra dieci anni grazie a Dio va bene.

Forse tra dieci anni non ci penserò più, forse avrò una famiglia, però al momento non so che dirle, non so come mi comporterò”.

Riuscirai mai a perdonare Joe Rocchi?

“No”.

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