TIVOLI – Polle sorgive, bar abusivo nello stabilimento senza acqua potabile

Blitz di Asl e Polizia Locale a “La Sorgente”: ordinata la chiusura

Era stato allestito un chiosco bar per la vendita di bibite, gelati, caffè e qualsiasi tipo di alimento gradito ai bagnanti.

Il problema è che quel chiosco bar non era mai stato autorizzato.

Per questo la Asl Roma 5 ha disposto la chiusura dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande presente all’interno de “La Sorgente”, meglio noto come ex “Albulè”, uno dei 4 stabilimenti di via Primo Brega, la strada delle cosiddette polle sorgive del Barco, le sorgenti di acqua solfurea di “Bambù” (oggi Sole Estate Relax”), “Parco Tivoli” ed “Eden”.

Il provvedimento è stato emesso ieri, venerdì 8 agosto, dal dirigente del Servizio Igiene, Alimenti e Nutrizione Antonio Di Felice a seguito dell’ispezione effettuata mercoledì 6 agosto in collaborazione con gli agenti del Reparto Commerciale della Polizia Locale di Tivoli.

Durante il controllo, scattato a seguito di almeno due esposti, gli agenti e i tecnici devono essersi messi le mani tra i capelli.

Nell’area dello stabilimento gestito dall’associazione ricreativa culturale “La Sorgente” un 19enne imprenditore romeno residente a Guidonia Montecelio e titolare di una ditta di legnami aveva avviato una vera e propria attività di ristorazione senza la prevista Scia alimentare ai fini della registrazione sanitaria.

Ma non è tutto.

Asl e Polizia Locale hanno messo a verbale l’assenza di un impianto di acqua potabile, di spogliatoi e servizi igienici ad uso esclusivo del personale.

Assente anche la documentazione attestante la formazione inerente la sicurezza alimentare del personale addetto alla somministrazione, oltre al manuale di autocontrollo di HACCP.

DALLA POLLA SORGIVA ALLA VASCA DI CIRCA 100 METRI: UNA LUNGA SCIA DI ABUSI

Non è la prima volta che la Polizia Locale di Tivoli punta il faro sullo stabilimento di via Primo Brega oggi denominato “La Sorgente”, in passato “H2SO” e “Albulè”.

Il 24 agosto 2012 gli agenti ispezionarono il terreno intestato alla “Società Agricola Parco del Barco” gestito dalla “Società Agricola H2SO srl” e scoprirono una serie di abusi edilizi.

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A cominciare da un invaso artificiale utilizzato come piscina, lungo circa 76,70 metri, largo 30 e profondo un metro.

Intorno alla vasca abusiva, un chiosco di legno con tettoia a uso magazzino e un altro chiosco adibito all’attività di somministrazione di alimenti e bevande.

All’ingresso dello stabilimento un terzo manufatto di legno adibito a biglietteria.

Opere abusive per le quali il 5 maggio 2013 l’allora dirigente della Polizia Locale di Tivoli Alfredo Testi firmò l’ordinanza numero 282: col provvedimento fu ingiunta agli amministratori della “Società Agricola Parco del Barco” e della “Società Agricola H2SO srl” la demolizione entro 90 giorni e, in caso di inottemperanza, l’acquisizione gratuita al patrimonio comunale per la successiva demolizione a cura del Comune con addebito delle spese a carico dei responsabili.

UN’ALTRA VASCA ABUSIVA DI 10 METRI E UN NUOVO STABILIMENTO IN RIVA AL FIUME ANIENE

A distanza di dieci anni dall’ordinanza di demolizione mai eseguita, la Polizia Locale di Tivoli era tornata nell’area di proprietà della “Società Agricola Parco del Barco”.

Il 24 agosto 2023 gli agenti della Polizia Locale di Tivoli scoprirono un invaso non autorizzato sulle sponde del fiume Aniene, in un terreno a destinazione agricola sottoposto a vincolo, dove fino a circa dieci anni prima operava lo stabilimento denominato “La Siesta” (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

I vigili urbani si ritrovarono davanti ad uno stabilimento balneare in costruzione che fu sequestrato mentre Josè U. R. M., un cittadino peruviano di 52 anni residente a Villalba di Guidonia, venne denunciato per abuso edilizio in qualità di custode dell’area.

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Gli agenti della Polizia Locale di Tivoli all’epoca diretti dal Comandante Antonio D’Emilio hanno accertato la realizzazione di opere edilizie senza titolo alcuno all’interno di un’area vincolata: si tratta di una vasca di forma irregolare – 17 metri per 10 per 6 – che veniva riempita con acque sulfuree attinte dal terreno circostante tramite l’utilizzo di pompe sommerse.

Una vasca pronta per fare il bagno, ma non era stato provato se a scopo di lucro o per utilizzo privato.

Anche per questo il 24 gennaio 2024 il Tribunale di Tivoli ha dissequestrato la vasca di 17 metri per 10 per 6 (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Nonostante il parere contrario della Procura di Tivoli, il Giudice per le Indagini Preliminari Chiara Miraglia ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato Giorgio Fina, difensore di Josè U. R. M., il custode dell’area denunciato dai vigili urbani.

Il Giudice ha preso atto della complessa attività investigativa del legale che attraverso una società specializzata ha reperito le aerofotogrammetrie storiche, in particolare un rilievo fotografico aereo risalente al 18 aprile 2007 dal quale emergerebbe l’esistenza del manufatto considerato abusivo.

Il Gip Chiara Miraglia ha inoltre preso atto dell’annotazione della Polizia Locale trasmessa il 18 gennaio 2024 e corredata da documentazione fotografica, dalla quale è verosimile ipotizzare che già dall’aprile del 2003 le opere di realizzazione del manufatto fossero iniziate e completate, con opere di rifinitura, nell’agosto 2004.

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