È tutto in mano al ministero dei Beni culturali. O almeno, questo è quello che appare, visto che l’amministrazione tiburtina ha richiesto proprio al Mibact di analizzare in maniere approfondita un passaggio ritenuto “anomalo” nel lungo iter d’autorizzazione al piano di lottizzazione. Nello specifico, si tratta di un permesso rilasciato dalla Regione Lazio, che andrebbe contro le disposizioni vigenti circa i vincoli paesaggistici sull’area.
Ieri mattina, durante una conferenza stampa organizzata ad hoc, il Sindaco di Tivoli, Giuseppe Proietti, ha deciso di illustrare il cammino messo in piedi per contrastare, una volta per tutte, il rischio di edificazione nella zona della Nathan. “Non vorrei dire in dettaglio l’oggetto della verifica in corso da parte del Mibact – dice Proietti -, gradirei aspettare la loro analisi e parlarne solo una volta accertato che abbiamo ragione”. Non c’è ovviamente un termine entro il quale il Ministero riferirà al Comune. Ma il primo cittadino sembra fiducioso: “Spero sia questione di giorni, e non di mesi”.
Caldironi (M5S) e Petrini (Forza Italia)
E c’è soddisfazione anche per una parte dell’opposizione che ha deciso di assistere alla conferenza. Carlo Caldironi del Movimento cinque stelle dice che “il Sindaco ci ha dato ragione, andando a toccare i punti deboli di questa lunga procedura d’autorizzazione”. Un po’ più pacato Alessandro Petrini, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale: “Ne ho fatta battaglia personale da diversi anni e seguo con interesse e sostegno le scelte del Sindaco perché è obbiettivo comune quello di bloccare definitivamente la lottizzazione”. “Sono però convinto che di strade da percorrere ce ne siano diverse e su questa in atto si assumerà tutte le responsabilità – continua Petrini – io continuo a sostenere il no assoluto ad una delocalizzazione delle cubature e l’esigenza di avviare una commissione consiliare ad hoc sulla Natthan, se non altro per restituire legittimità al consiglio comunale, prendendo le distanze dalla due delibere approvate in passato, su cui andrebbe verificata la fattibilità di una revoca”. Come contenuto di una mozione presentata durante il consiglio comunale dell’8 luglio.
La revoca in auto tutela e il Partito democratico
Oltre al vincolo paesaggistico di competenza regionale, Proietti mette sul piatto anche una revoca in autotutela rispetto ad un documento siglato dall’allora Sindaco, Marco Vincenzi, con il quale nel 2005 chiedeva la “deperimentazione del rischio esondazione nella zona di Ponte Lucano proprio a seguito sella costruzione del muro di contenimento costruito sulla maremmana e intorno al Mausoleo dei Plauzi”. Una richiesta mai accettata dall’Ardis (Agenzia regionale difesa del suolo), anche perché l’opera in questione, a distanza di dieci anni, non è stata ancora collaudata. Secondo molti, una strada percorsa proprio a favore della lottizzazione Nathan. Sembra dunque controversa la posizione dell’attuale segretario del Partito democratico tiburtino, Alessandro Fontana, che attraverso un comunicato stampa punta il dito direttamente contro Proietti: “Un intervento tardivo e fuori tempo massimo, visto che l’attuale Sindaco di Tivoli avrebbe dovuto agire in passato con ben altra solerzia e attenzione per tutelare in modo fattivo la Villa di Adriano, quando da alto dirigente del ministero dei Beni culturali poteva spendere il suo ruolo e la sua autorevolezza per vincoli più stringenti”. “Nel 2009 – continua Fontana – la soprintendenza per i Beni archeologici del Lazio e più di recente nel 2012 la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Lazio, hanno espresso parere favorevole all’intervento in progetto. Al Ministero dove Proietti ricopriva un ruolo di primo piano, sapevano dell’esistenza della zona cuscinetto Unesco e della necessità di tutelarla. Ciò nonostante è stato dato il via libera all’intervento e non risulta nessuna presa di posizione contraria all’edificazione da parte sua”. Attraverso questa nota, il Pd vuole inoltre ribadire, che sarà rinnovato l’appello al ministro Dario Franceschini “ad apporre il vincolo di inedificabilità assoluta su tutta l’area, l’unico modo per garantire una tutela integrale e definitiva”.